PANORAMA POLITICO

autore: 
Giancarlo Vittucci Righini

Contrariamente al solito, il periodo feriale è stato contrassegnato da una serie di importanti novità, delle quali non è facile prevedere fino in fondo tutte le conseguenze.

In primo luogo la rottura tra il Presidente del Consiglio e l’On. Fini, Presidente della Camera dei Deputati, il quale da tempo, atteggiandosi ad uomo di rigidi costumi e di indiscussa rigorosa moralità non perdeva occasione per rilevare la propria abissale differenza nei confronti di Berlusconi.

Parlava di “leggi ad personam”, riferendosi evidentemente al “lodo Alfano”, parlava con ironia di chi definiva certi magistrati “giudici comunisti”, si atteggiava a difensore della Patria in contrapposizione ai leghisti e non perdeva comunque occasione nel presentarsi come il contestatore per eccellenza del leader del Popolo della Libertà, divenendo di fatto e di diritto il beniamino delle sinistre che in lui non vedevano più l’ex fascista bensì il neodemocratico al cubo.

Già da tempo vi era chi affermava che l’ex capo di AN adottava questo comportamento al fine di ingraziarsi le sinistre e di ottenere il loro appoggio per essere eletto presidente della repubblica allorché sarebbe scaduto il mandato dell’On. Giorgio Napolitano.

Per molto, troppo tempo, il Presidente Berlusconi ha abbozzato, fingendo di non sentire e di non vedere, ma alla fine non ce l’ha più fatta ed ha lanciato pubblicamente un brusco avvertimento all’On.Fini in occasione di una importante assise di partito.

La reazione del Presidente della Camera è stata scomposta e ridicola, ma foriera dei successivi avvenimenti.

E’ possibile che la dura presa di distanza di Berlusconi sia dipesa in parte oltre che da un più che giustificato risentimento personale, dagli errati calcoli dei suoi seguaci più estremisti, i quali continuavano a ripetergli che Fini sarebbe stato seguito soltanto da quattro gatti per cui il Governo avrebbe continuato a godere di una rassicurante e solida maggioranza.

Comunque sia, la rottura c’è stata ed i seguaci di Fini che hanno aderito ai gruppi parlamentari di Futuro e Libertà per l’Italia sono 34 alla Camera e 10 al Senato, molti più di quelli previsti, per cui il Governo a Montecitorio per sopravvivere necessita del sostegno dei transfughi; non così al Senato.

Naturalmente l’opposizione con in testa PD e Italia dei valori, si è data alla pazza gioia sostenendo che Berlusconi è un uomo finito e che occorre addivenire ad un governo di cosiddetta solidarietà nazionale che dovrebbe reggersi sull’unione di tutte le opposizioni, ivi compresa l’ex UDC, la quale ha assunto la nuova denominazione di Partito della Nazione, con il supporto dei finiani.

A questo punto il Presidente del Consiglio ha affermato che qualora l’attuale Governo non dovesse più godere della fiducia della maggioranza dei parlamentari si dovrebbe tornare alle urne, situazione questa vista come il fumo negli occhi da tutti i partiti dell’opposizione nonché dai cosiddetti “futuristi” ovverosia dai seguaci di Fini.

L’On. Napolitano ha però fatto presente che il capo dello Stato ha il dovere, prima di sciogliere il Parlamento, di accertare se vi sia la possibilità di costituire un nuovo Governo sostenuto da una diversa maggioranza.

Sia nel PDL che in FLI (finiani) vi sono estremisti che soffiano sul fuoco e moderati moderati che tentano di arrivare se non ad una completa riconciliazione quanto meno ad un modus vivendi consenta al Governo Berlusconi che ha stravinto tutte le elezioni da quelle parlamentari a quelle europee ed infine a quelle amministrative, di continuare svolgere la sua importante funzione.

C’è però chi ancora spera in un intervento giudiziario e quindi extraparlamentare che sovverta la volontà popolare espressa dal voto, costringendo il Presidente Berlusconi a dimettersi.

Comunque staremo a vedere.
Ed ora due parole sulla figura dell’On. Fini. Proveniente dal movimento giovanile del MSI, sostenuto dall’allora Segretario del partito On.Almirante che lo impose ad altri candidati i quali avevano avuto un maggior numero di consensi, riuscì in successivo ordine di tempo a divenire segretario del movimento neofascista battendo l’On. Rauti.

Allorché si candidò a Sindaco di Roma contro il candidato delle sinistre, ottenne l’appoggio di Berlusconi da poco entrato in politica, anche se non riuscì a vincere.

Sempre grazie a Berlusconi che dopo tanti anni aveva posto fine al cosiddetto “arco costituzionale” che dai liberali, ai democristiani, ai socialisti ed ai comunisti escludeva comunque gli ex fascisti da qualsivoglia collaborazione sia a livello parlamentare che amministrativo, divenne uno dei capi della coalizione di centro-destra che vinse più volte le elezioni, ottenendo incarichi di altissimo livello, da Vice Presidente del Consiglio a Ministro degli Esteri, ed ora a Presidente della Camera dei Deputati e cofondatore del PDL.

Ma evidentemente la riconoscenza e la lealtà non rientrano nella sua concezione di vita.
Tutti i suoi principali collaboratori nel MSI e poi in AN, da Alemanno a Gasparri, da La Russa a Matteoli non lo hanno seguito.

E’ un uomo spregiudicato e ambizioso.
Anche il recente episodio relativo all’alloggio di Montecarlo non depone a suo favore. Come è noto, tale alloggio fu parte di una serie di beni immobili per il valore complessivo di circa 9 miliardi di lire lasciati in eredità ad AN, per proseguire la “buona battaglia”, dalla Contessa Colleoni, discendente del famoso condottiero.
Tale alloggio pare sia stato “stranamente” venduto ad una società domiciliata in un paradiso fiscale per un prezzo corrispondente a meno di un quinto del suo valore con l’intermediazione di un traffichino, certo Giancarlo Tulliani (fratello della convivente di Fini), il quale vi ha stabilito la sua residenza a suo dire pagando un affitto non meglio specificato.

L’On. Fini sostiene di aver appreso “con sorpresa e disappunto” la notizia solo successivamente alla pubblicazione del clamoroso fatto su alcuni giornali di destra. Sarà, anche se non è facile credergli dal momento che come risulta dalla documentazione anagrafica, il Presidente della Camera oltre che con la convivente risiedeva allo stesso indirizzo con i di lei genitori ed il quasi cognato; finchè quest’ultimo non si è trasferito a Montecarlo.

Certo è comunque che l’ex leader di A.N. è per lo meno responsabile di “culpa in eligendo” per aver affidato la vendita a persone quanto meno incompetenti, nonchè di “culpa in vigilando” per non aver ottemperato al suo preciso dovere di vigilare sulla vendita di un bene di proprietà del proprio partito.

Inoltre chi ricopre la carica di Presidente della Camera deve essere al di sopra delle parti, tanto è vero che da sempre non partecipa alle votazioni. Ne consegue che l’On.Fini, divenuto capo di una fazione che contesta il Capo del Governo, avrebbe il dovere di dimettersi ma non lo farà perché l’alta carica che ricopre gli consente di calendalizzare i lavori della Camera, anticipando o posticipando i progetti di legge e quindi di tenere sotto tiro Berlusconi.

Anche nel settore del lavoro ci sono novità molto importanti.

L’Amministratore Delegato della Fiat Marchionne Meeting di Comunione Liberazione di Rimini ha affermato che “Non siamo più agli anni sessanta, basta alla lotta tra capitale e lavoro, operaio e padrone” ed ha proposto “un patto sociale per condividere gli impegni, le responsabilità e sacrifici e per dare al Paese la possibilità di andare avanti”.

Ha aggiunto che non si può più tollerare mancato rispetto delle regole che in alcuni casi spinge fino al sabotaggio.
Ha anche fatto presente che la Fiat ha deciso di avviare la produzione della Panda nello stabilimento Pomigliano anche se “lo stabilimento polacco sarebbe più conveniente”, ed aggiunto che “L’unica area del mondo in cui la Fiat è in perdita è l’Italia. Lo è quest’anno e lo era l’anno passato”.

Di qui la necessità di addivenire ad un patto sociale che comporti la necessaria collaborazione tra capitale e lavoro: da una parte flessibilità degli orari ed il pieno utilizzo degli impianti, dall’altra la partecipazione di proprietà e dipendenti risultati produttivi, cioè l’aumento della retribuzione collegato con i miglioramenti relativi alla quantità e qualità dei prodotti.
Anche in questo settore ora che le cose cambino che certi sindacalisti la smettano di rimestare nel torbido organizzando scioperi che a volte possono portare ad atti di sabotaggio, ed inducendo gli industriali a spostare la loro attività in altri Paesi nei quali non incontrano difficoltà ed il lavoro costa meno.

anno: 
mesi: 
argomenti: