TURCHIA E NON SOLO

autore: 
Italia Reale

Nei 27 Paesi dell’Unione europea aumenta l’opposizione all’ingresso della Turchia nell’Unione stessa; solo il 31% della popolazione si dichiara favorevole, mentre tra gli americani l’allargamento dell’Unione alla Turchia è ben visto dal 41%.

Da parte turca la situazione è solo leggermente migliore: dal 73% che nel 2004 si dichiarava favorevole all’ingresso nell’Unione europea, si è passati al 48%; solo il 32% da giudizio positivo dell’Unione, mentre il 43% ritiene che la Turchia deve operare da sola e non in collaborazione con l’Europa.

Per quanto riguarda il consenso degli abitanti delle 27 Nazioni dell’Ue all’ingresso nell’Unione di altri Paesi, la situazione è decisamente migliore: vorrebbero l’ingresso nell’Unione della Norvegia il 78%, della Svizzera il 77%, dell’Islanda il 71%, della Croazia il 52%, dell’Ucraina il 43%, del Montenegro il 41%, della Serbia il 38%, del Kossovo e dell’Albania il 34%.

Il Paese al quale gli Italiani si sentono più simili è la Spagna (86% degli intervistati) e quello dal quale ci sentiamo più diversi è la Turchia (84%).
Della Turchia gli Italiani pensano che le donne siano discriminate (68% degli intervistati), esistono problemi di sicurezza e la religione condiziona pesantemente la società (65%), sia pervasa da fanatismo religioso (63%), sia scarsa la libertà di opinione (59%), sia soltanto parzialmente democratica (51%).

Come da sempre auspica Alleanza Monarchica, la Turchia sembra, quindi, destinata, a dispetto di chi ci governa, a rimanere fuori dalla comunità europea alla quale è estranea.

I dati di cui sopra sono ricavati dal “Rapporto sulle percezioni delle opinioni pubbliche europee e turca”, realizzato dal Foro di dialogo italo-turco, e dal seminario sull’ “evoluzione della Turchia e dei suoi rapporti con l’Europa” organizzato a Roma dall’Istituto per gli studi di politica internazionale-Ispi, dall’Istituto affari internazionali-Iai e dal Gruppo italiano dell’associazione internazionale Commissione Trilaterale.

^ ^ ^


Sono 4.063 le donne uccise in Turchia fra l’1 gennaio 2002 e il 31 luglio 2009, di cui 953, mediamente 4 donne al giorno (31 a settimana), solo nei primi sette mesi del 2009.
Gli inquietanti dati ufficiali sono stati forniti dal ministro della Giustizia Sadullah Ergin in risposta ad un’interrogazione presentata in Parlamento dalla deputata Fatma Kurtulan del Partito per una Società Democratica (Dtp, filocurdo).

Nonostante le misure messe in atto dal governo nel tentativo di porre fine alla piaga della violenza contro le donne, il fenomeno non regredisce, anzi aumenta esponenzialmente: nel 2002 le donne uccise furono “solo” 66, salite a 83 nel 2003, 164 nel 2004, 317 nel 2005, 663 nel 2006, 1.011 nel 2007 e 806 nel 2008. La risposta del ministro della Giustizia alla deputata del Dtp rientrava nell’ambito di una più ampia discussione sulle iniziative intraprese dal governo guidato dal partito di radici islamiche Giustizia e Sviluppo (Akp del premier Tayyip Erdogan) per cercare di debellare la violenza domestica in generale e quella contro le donne in particolare.

Nell’ambito dei programmi educativi avviati nel Paese, ha detto Ergin, sono stati tenuti 206 seminari sul tema dei diritti umani per informare giudici e pubblici ministeri mentre altri 164 magistrati e 150 esperti in servizio nei tribunali di famiglia hanno frequentato corsi speciali sul ruolo dei tribunali nella lotta alla violenza domestica.

Nel periodo che va dall’1 gennaio 2002 al 31 luglio 2009, i tribunali turchi hanno esaminato 12.678 casi di violenze domestiche o contro le donne, che hanno portato alla condanna al carcere di 5.736 persone.

Altri 1.859 imputati sono stati assolti e 794 posti in libertà con la condizionale.
(E.G. - Corrispondenza romana).

anno: 
mesi: 
argomenti: