KATYN

autore: 
Roberto Vittucci Righini

SETTANTA ANNI DALL’ORRENDO MASSACRO
SOVIETICO

Il 23 agosto 1939 dopo lunghe trattative tedeschi e russi rappresentati dai rispettivi ministri degli esteri von Ribbentrop e Molotov, alla presenza di Stalin firmano a Mosca, in aggiunta ad un trattato di non aggressione, un protocollo segreto con il quale si spartiscono il territorio della Polonia.

Dopo 9 giorni, l’1 settembre 1939, le armate tedesche rimosse le barre di frontiera, invadono la Polonia dando inizio alla Seconda guerra mondiale.

L’esercito polacco tenta disperatamente di resistere anche con cariche suicide della propria Cavalleria contro i carri armati nazisti, ma nel giro di poco più di due settimane viene completamente sopraffatto.

Approfittando della situazione, il 17 settembre le truppe sovietiche invadono il settore della Polonia che il protocollo segreto ha assegnato all’Urss, mettendo fine alle resistenze polacche.

Lo stesso 17 settembre il presidente della repubblica Moscicki ed il governo al completo abbandonano la Polonia entrando in Romania da Kuty, seguiti il giorno successivo dal comandante dell’esercito, Maresciallo Rydz-
Smigly.

Attestatesi le truppe tedesche e sovietiche le une a fronte delle altre lungo la linea di demarcazione concordata ad agosto a Mosca, iniziano i massacri dei militari polacchi catturati, con la prima esecuzione di massa il 26 dicembre a Wawrza presso Varsavia.

Dopo alcuni mesi di prigionia, dal 3 aprile al 18 maggio 1940 i sovietici massacrano 22.000 prigionieri dell’esercito polacco, in gran parte Ufficiali.

Gli assassinati vengono gettati in fosse comuni nella foresta di Katyn.
Arretratosi l’esercito sovietico a seguito dell’avanzata delle truppe tedesche che invadono l’Urss, il 2 aprile 1943 tedeschi scoprono le fosse comuni di Katyn e denunciano la strage effettuata dai sovietici.

Il 29 gennaio 1944 i russi riconquistano la zona di Katyn e rigettano tedeschi la colpa del massacro, venendo creduti in base al principio che i vincitori hanno sempre ragione, tanto che la strage costituisce nel 1946 uno dei capi imputazione nel processo di Norimberga contro i gerarchi di Hitler.

Dovranno trascorrere 46 anni prima che la verità venga ristabilita; solo 3 ottobre 1990 Michail Gorbaciov, allora segretario del Pcus, dopo che l’anno precedente storici russi lo avevano rivelato, riconosce ufficialmente che il crimine stato commesso dall’Nkvd, la polizia segreta di Stalin, e porge scuse ufficiali alla Polonia.

Ancora nel 2005, però, Alexander Savenkov, pubblico ministero militare russo, contrastando le affermazioni di Varsavia, ha sostenuto che vittime sarebbero state “solo” 4.500 anziché 22.000 e che, conseguentemente non si può parlare di genocidio, di crimine di guerra o contro l’umanità.

Tutti i documenti relativi al massacro, che i russi avrebbero dovuto consegnare ai polacchi, sono stati coperti dal segreto di Stato e sono rimasti in Russia il che, non solo a nostro avviso, sta a dimostrare che il numero delle vittime è straziantemente ed in effetti quello indicato da Varsavia.

La tragica vicenda ha formato oggetto nel 2007 del film “Katyn” del regista polacco Andrzej Wajda che tutti e non solo quanti ancora esibiscono fede comunista, dovrebbero vedere, comprendendo così anche il perché il 77% dei polacchi consideri la Russia una minaccia per la Polonia e tema che voglia rimpadronirsi delle Nazioni che aveva trasformato in proprie colonie nell'Europa dell'Est.

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