GIUSTIZIA

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Italia Reale

MANIFESTO PROGRAMMATICO DI ALLEANZA MONARCHICA - STELLA E CORONA

“Stella e Corona” è d’accordo sulla necessità di dividere le carriere dei magistrati tra “inquirenti” e “giudicanti”.

Dovranno anche essere ben divise le funzioni dei giudici civili e penali. Propone, inoltre, di ripristinare, per i giudici, la carriera per merito, abolendo ogni scatto automatico di avanzamento.

A questo proposito propone l’introduzione di un concorso per diventare magistrato di Cassazione, aperto anche agli avvocati, iscritti nell’apposito Albo.

Occorre inoltre opporsi alla “cultura” che tende alla banalizzazione del male, che porta alla depenalizzazione del delitto.
Occorre ridare fiducia ai cittadini attuando una seria politica contro la criminalità dilagante.

Eliminare ogni indulgenza nei confronti dei criminali attuando:
1) Effettività e certezza della pena.

2) Riconquista allo Stato del controllo sul territorio, attraverso il potenziamento e coordinamento delle Forze di Polizia.

3) Individuazione di maggiori poteri per i Sindaci e per le Forze dell’Ordine, attribuendo a queste la possibilità di un’attività investigativa preventiva, evitando dipendenze troppo rigide dalla magistratura.

4) Rigore contro l’immigrazione clandestina.

5) Recupero per i tossici e pene severissime per gli spacciatori.

6) Lotta decisa e dura al racket e all’usura.

7) Revisione di tutte quelle normative che aprono le porte del carcere a pericolosi delinquenti, attraverso l’uso dello “sconto di pena”.

8) Abolizione del “mercato” del patteggiamento della pena, nel processo penale.

9) Riabilitazione dei detenuti, creando carceri adeguate (utilizzando anche quelle create o restaurate ma poi abbandonate o mai utilizzate) e favorendo attività lavorative (anche retribuite) e di interesse sociale, come il recupero ambientale.

Nessuno sconto di pena o beneficio di libertà condizionata o vigilata.

La giustizia civile dovrà essere depurata dall’eccessivo formalismo procedurale che paralizza il processo e vanifica la fondamentale
esigenza delle parti ad ottenere il riconoscimento di un proprio diritto soggettivo.
Snellimento delle procedure e maggiore autonomia alle parti nella fase istruttoria, al fine di favorire effettive possibilità transattive delle liti.

E’ assolutamente indispensabile che i magistrati non facciano politica.
I magistrati in carica che intendano candidarsi ad elezioni politiche od amministrative devono presentare le proprie dimissioni e cessare la propria attività dall’Ordine giudiziario tre mesi prima che tali elezioni vengano tenute.

I magistrati dimissionari non potranno, anche in caso di mancata loro elezione, venir reintegrati nell’Ordine giudiziario.

I magistrati in carica non potranno partecipare a manifestazioni di carattere politico, pena la loro sospensione dalle funzioni, senza stipendio, per sei mesi.
Le pene detentive e pecuniarie nei confronti di magistrati in carica, per reati commessi nell’espletamento delle loro funzioni, devono venire raddoppiate.
I giudici devono rispondere dei ritardi e delle omissioni nell’espletamento del loro lavoro, nonché degli errori che compiono, con riduzione e sospensioni degli stipendi e, nei casi più gravi, con la radiazione.

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