ATTENDIAMO LE SCUSE

autore: 
R.V.R.

Tale Angela Pellicciari in un articolo pubblicato
sul quotidiano “Libero” dopo aver scritto (con grande umoristica immodestia) che il premier Silvio Berlusconi in una festa dei giovani del Pdl ad Atreju “ha mandato all’aria 150 anni di storiografia ufficiale” sponsorizzando un libro dalla stessa scritto sul Risorgimento, che sarebbe stato opera del “mondo protestante, liberale e massonico” cospirante “per l’unificazione italiana formato Savoia, per giustificare l’invasione sabauda”, è giunta a formulare la proposta di chiedere “perdono agli italiani ed alla Chiesa di allora”.


Le premesse di tale proposta si fondano, secondo la Pellicciari, sulla dichiarazione di Berlusconi “Ho chiesto perdono alla Libia per ciò che gli italiani avevano fatto verso il popolo libico” e sulla considerazione che nelle celebrazioni del centocinquantenario dell’Unità di Italia “Si evita però accuratamente di fare i conti col convitato di pietra Pio IX.
Si elude lo scoglio centrale: la chiesa e, quindi, il popolo italiano”.
Tra le “controcelebrazioni” dell’Unità d’Italia
quella della Pellicciari ci ha particolarmente incuriosito e divertito in quanto la stessa la quale quanto meno nell’articolo dimentica che i 150 anni non riguardano lo Stato pontificio poi unito all’Italia nel 1870 (per cui i relativi 150 anni cadranno nel 2020), pretende che gli Italiani chiedano scusa a sé stessi con il che “Torneremo a essere una grande Nazione con una storia formidabile che dura da più di 2000 anni”.

Forse è utile ricordare alla Pellicciari che con ilcrollo dell’Impero romano l’Italia non fu più una grande Nazione, bensì un insieme di piccoli Stati soggetti alle invasioni, prepotenze e predazioni delle grandi Nazioni europee che approfittavano delle nostre divisioni per sottomettere direttamente o per interposti governi locali gran parte d’Italia, liberata e resa una e grande solo grazie all’unificazione da lei definita “formato Savoia”.


Per quanto poi concerne le scuse, dovrebbero farle agli Italiani i Libici - che sono stati da noi liberati dall’opprimente dominazione turca - per la spoliazione dei beni dei nostri disgraziati compatrioti operata a titolo ancor oggi gratuito dal beduino Gheddafi, nonché quanti ancora operano per gettare zizzania e coltivare odio esaltando le arretrate realtà degli Staterelli preunitari, fomentando ancora una volta le divisioni, tentando di metterci gli uni contro gli altri.

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