PANORAMA POLITICO

autore: 
Giancarlo Vittucci Righini

In Afghanistan il sequestro di Mastrogiacomo, giornalista del quotidiano “la Repubblica”, effettuato dai talebani, ha creato notevoli problemi sia al nostro governo che a quello afghano ed al contempo ha comportato un peggioramento dei nostri rapporti con americani e britannici.

A Mastrogiacomo era stata promessa un’intervista ad un importante capo talebano, ma allorché egli si recò nella provincia di Helman, confidando nella protezione di chi gli faceva da intermediario, venne catturato con l’accusa di essere una spia.
Analoga sorte pochi mesi prima era già capitata negli stessi luoghi e nelle medesime circostanze al giornalista Gabriele Torsello.
Vennero diffuse dai suoi sequestratori immagini nelle quali Mastrogiacomo appariva terrorizzato e piangente mentre invocava disperatamente l’intervento del governo italiano per la sua liberazione.
L’appello del giornalista de “la Repubblica” appariva giustificato dall’assassinio del suo autista avvenuto sotto i suoi occhi.

A questo punto il governo italiano esercitò indebite pressioni su quello afghano, smentite dal Prof. Prodi ma confermate dal Presidente afghano Karzai, che per ottenere la liberazione di Mastrogiacomo fu costretto a scarcerare ben cinque capi talebani che erano stati catturati, cosa
mai avvenuta in precedenza, poiché ci si era limitati a pagare ingenti somme di denaro. Successivamente al rilascio del giornalista italiano anche il suo interprete che era di nazionalità afghana venne ucciso. Ciò nonostante al suo arrivo in Italia Mastrogiacomo assunse pose trionfali che non avevano alcuna giustificazione e che suscitarono molte critiche.

Attualmente l’intermediario che avrebbe dovuto garantire il nostro giornalista, si trova ristretto in carcere con l’accusa di complicità con i ribelli.
A nostro parere il governo dovrebbe chiarire che d’ora in poi chi si reca volontariamente nei territori controllati dai ribelli lo fa a proprio rischio e pericolo e sarà abbandonato al proprio destino.
Il caso Mastrogiacomo ha contribuito ad inasprire ulteriormente i rapporti con Stati Uniti e Gran Bretagna, anche se la nostra diplomazia ha sostenuto che l’eventuale assassinio del giornalista avrebbe provocato la caduta del governo Prodi ed il ritiro dall’Afghanistan del nostro contingente.

Dal canto loro Prodi e D’Alema al fine di conservare al governo l’appoggio dell’estrema sinistra hanno proposto una conferenza internazionale di pace per l’Afghanistan, priva di base realistica perché prevede la partecipazione ufficiale dei talebani, il che comporterebbe il loro riconoscimento come soggetto politico, cosa evidentemente inaccettabile per il governo Karzai e per gli angloamericani.

Contrariamente alle affermazioni di Prodi e compagni, che dopo la risicatissima vittoria alle elezioni politiche avevano sostenuto che la situazione della nostra economia era terrificante e richiedeva l’imposizione pesante di nuove tasse, i conti pubblici sono andati a posto, grazie all’aumento non previsto del flusso delle entrate, come è stato riconosciuto dallo stesso ministro dell’economia Tommaso Padoa Schioppa il quale ha affermato testualmente: “L’Italia è uscita dall’emergenza.
Dopo dieci mesi di attività da ministro dell’Economia non avrei mai immaginato di trovarmi in una condizione così positiva come quella in cui siamo. Non penso che questo sia merito esclusivo del governo”.
Ora le varie componenti della maggioranza di sinistra-centro stanno discutendo con i sindacati sulla destinazione del “tesoretto” giunto insperatamente nelle casse dello Stato.
Purtroppo a causa dell’aumento incontrollato della spesa pubblica il nostro debito pubblico è salito nel frattempo al 106,80%.

Un problema molto grave è rappresentato dall’ordine pubblico minacciato dall’aumento incontrollato dei crimini, al quale contribuiscono notevolmente gli stranieri, dalle violenze di gruppi di estrema sinistra e dalla ricomparsa del fenomeno terroristico, mentre le risorse destinate alle Forze dell’Ordine sono sempre più insufficienti.
Di particolare interesse le affermazioni dell’ex commissario europeo Mario Monti, circa “l’esistenza di un governo occulto delle banche” in Italia responsabile della “politicizzazione dell’economia”; in altre parole si sostiene che la nostra economia è sottoposta ad indebite pressioni e ad altrettanto indebiti interventi da parte di ben individuati uomini politici, che hanno aumentato la propria influenza sulle banche, moltiplicando quello sulla politica.

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