ITALIANE, PREDE PERFETTE

autore: 
Roberto Vittucci Righini

In precedenti numeri del nostro Mensile abbiamo fatto presenti i gravi pericoli che comporta il pagamento di ingenti riscatti per la liberazione di persone sequestrate dalla guerriglia in Irak, rilevando come i
milioni di dollari che si dice siano stati corrisposti dal Governo italiano, siano destinati ad incrementare l’armamento, la pericolosità e l’intensità degli attentati terroristici.

Abbiamo poi dovuto assistere all’allargamento della zona dei rapimenti, non più limitata all’Iraq, ma estesa – per ora – anche all’Afghanistan, con vittime privilegiate gli Italiani ed in particolare le donne.
Dopo le due Simone e la Sgrena, sequestrate in Irak e liberate dietro – lo si è letto su più fonti, anche se il Governo italiano lo nega - ingenti esborsi a carico dello striminzito erario e così di tutti gli Italiani (la cui grandissima parte, noi compresi, dell’esistenza di quelle tre signore che in Iran si trovavano da ben retribuite volontarie, nemmeno eravamo a conoscenza ed anzi, per essere completamente sinceri, mai avremmo voluto venirlo a sapere) è poi toccato ad un’altra volontaria Clementina Cantoni, di venir sequestrata, questa volta a Kabul.

Il nuovo sequestro fortunatamente felicemente conclusosi, impone alcune riflessioni.
Il fatto che i sequestri colpiscano donne anziché uomini, dipende – a nostro avviso – da due fattori; per il primo, le donne libere, che non portano copricapo o veli, che indossano calzoni, che operano all’esterno e non si limitano a lavorare in casa, che parlano e si intrattengono pubblicamente in rapporti umani con persone dell’altro sesso, ecc. , sono rappresentanti di un mondo non tollerato dal maschilismo islamico che le considera portatrici di esempi deleteri e così pericolose; per il secondo, il fatto che le donne sequestrate siano privilegiatamente italiane, dipende dal concetto che i rapitori – guerriglieri o delinquenti comuni, non fa differenza – si sono fatti della facilità di ottenere dal nostro governo pagamenti di somme tanto più ingenti quanto maggiormente l’opinione pubblica nostrana appare scossa dall’appartenere le sequestrate al gentil sesso.

In altre parole, tanto più si levano dall’Italia appelli di clemenza e liberazione, tanto più ne parlano televisioni e giornali, tanto più viene mobilitata l’opinione pubblica con cortei, adunate, marce della pace, ecc, ecc., tanto più i sequestratori fondatamente ritengono che stia andando a buon fine il loro ricatto e stiano per piovere su di loro milioni di dollari.

Fermo restando che riteniamo che in questi casi appelli e cortei di sostegno non servano ad altro che a ingalluzzire i sequestratori, dato che è semplicemente impensabile che gente di quella risma sia sensibile alle parole o alle lacrime, val la pena tuttavia di esaminare il diverso comportamento tenuto dalla sinistra italiana a seguito dei sequestri delle due Simone e della Sgrena, che della sinistra fanno parte, rispetto a quello tenuto in occasione del rapimento della Cantoni la quale, invece, pare monda da colorazioni politiche di qualsiasi tipo e unicamente intenta nella missione che si era prefissa in Afghanistan, di portare sollievo alle donne ed in particolare alle vedove locali.

Per le due Simone e la Sgrena cortei, sfilate, megafoni, cartelli, urla e slogan, per la Cantoni un unico fallito tentativo di adunata, limitato ad un centinaio di partecipanti.
E’ il solito vecchio discorso: la sinistra è come i fili della forza elettrica, chi li tocca muore.
Al pari di come ogni qual volta si paventi il pericolo della sostituzione di un direttore di sinistra di testata giornalistica o televisiva, la sinistra “intellettuale” si solleva all’unisono a difesa anche della propria pappatoia sentendosi minacciata nell’insieme e contando i suoi componenti in caso di necessità su ugual trattamento a proprio favore, così nella fattispecie dei sequestri in medio oriente, quelli che colpiscono donne o uomini di sinistra sono considerati un insensato e intollerabile insulto che va mondato con ogni mezzo.

Se poi, invece, i sequestrati non sono di sinistra, dovevano pensarci prima, pace all’anima loro e chi se ne frega”.
E non si osi dire che questa non è democrazia, dato che è la democrazia insegnata da Marx, Lenin, Stalin, Tito, Moranino, Castro e chi più ne ha più ne metta.

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