CENNI STORICI SULLA FESTA DEL 4 NOVEMBRE

autore: 
Roberto Stocchi
Questa festa è ancora cara al cuore di tutti gli Italiani perchè rappresenta la sofferta, tenacemente  inseguita e sanguinosamente raggiunta Vittoria nella Prima Guerra Mondiale che ha riportato alla nostra Patria le città redente di Trieste, Trento, Pola, Fiume e Zara, e continua a vivere ogni anno di luce propria nel ricordo degli alti valori ed ammonimenti in essa contenuti, insegnando ad un popolo ed a una società, forse troppo cedevoli alle tentazioni del lassismo di massa, che non bisogna dimenticare la gloria del passato in cui è radicata la grandezza di una civiltà.
 
All’ombra del Tricolore centinaia di migliaia di giovani, il fior fiore della stirpe italica, sono caduti per  essa, quale espressione eroica di una Nazione; giovani che ebbero il coraggio di vincere la paura, perchè è il dominio delle proprie psicosi e dei propri timori che fa di un semplice cittadino un grande uomo e un grande soldato.
 
Ci furono le tragiche giornate di Caporetto, ma l’Esercito italiano, unitamente a tutta la popolazione,  riuscì a superare quella nera parentesi ed a giungere alla luminosa e gloriosa giornata di Vittorio Veneto ed alla Vittoria! 
Tant’è che il famoso Bollettino della Vittoria, firmato dal Generale Armando Diaz, così concludeva: “I resti di quello che fu il più potente esercito del mondo, risalgono in disordine e senza speranza quelle  valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza”. 
 
I nostri politici (non ho mai capito il perchè) hanno abolito la festività del 4 Novembre; adesso stanno  pian piano rivalutandola sia pure in sordina, festeggiandola nel chiuso delle caserme o a Redipuglia,  luogo sacro alla Nazione ma a 700 chilometri da Roma, città che invece è sede dell’Altare della Patria, ossia il monumento in cui riposa la salma ignota di un valoroso Soldato, che rappresenta, per eterna memoria, tutti i Caduti per la Patria.
 
Carlo del Croix, cieco di guerra e per tanti anni Presidente Nazionale dell’Associazione Mutilati ed Invalidi di Guerra, espresse queste parole sul Milite Ignoto: “Scudo di tutte le trincee, tamburo di tutti gli assenti, baionetta di tutte le vittorie, fratello di tutti i soldati, figliolo di tutte le mamme”. 
La storia della scelta della salma poi tumulata nel Monumento, è cronaca nota: i resti sconosciuti di vari  Soldati, provenienti da tutti i campi di battaglia della Nazione e scelti con severa responsabilità, furono
trasportati nella storica Basilica di Aquileia (vicino Gorizia); una donna con in capo un velo nero, dopo essersi inginocchiata, si avvicinò alle bare e depose a caso il velo sulla seconda bara da destra,  sostituendo il crisantemo con il velo, così come era stato stabilito.
 
Avvenne in questi termini la scelta del Soldato ignoto, che con onori eccezionali, sotto una pioggia di  fiori e di fronte ad un popolo inginocchiato al passaggio del treno che trasportava la salma, giunse a  Roma. Re Vittorio Emanuele III accolse il feretro e, accompagnandolo a piedi, in testa a tutte le rappresentanze dei combattenti, alle Bandiere di tutti i Reggimenti che avevanopartecipato alla guerra, lo depose nella Basilica di Santa Maria degli Angeli. 
 
Il mattino successivo 4 Novembre 1921 la bara, con una solenne processione lungo Via Nazionale in  mezzo ad un tripudio di Bandiere lacere e gloriose, seguita da centinaia di migliaia di combattenti, in un diluvio di fiori gettati dalla folla ammassata ai bordi della strada e stipata dietro le finestre, veniva deposta e chiusa nel sacello dell’Altare della Patria a simboleggiare la Tomba in onore di tutti i Caduti (è questo il posto dove ogni Italiano può ritrovare la propria memoria, e tutte le memorie appartengono all’Italia!).
 
Bisogna sempre ricordare, in un discorso di sottili simbologie, che i Caduti, in realtà, non muoiono sui
campi di battaglia e non spariscono nei sacrari, ma soltanto quando vengono dimenticati! E’ allora che
il popolo dei vivi non è più degno del grande popolo dei morti! 
Se mai la ruggine del tempo che tutto doma, consumerà la loro reliquia, loro, i forti, continueranno a vivere, perchè vivono in Dio che li ama e li rende eterni. Onore ai Caduti, dunque, oggi da noi, domani dalla storia!
 
Viva l’Italia!!!
 
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