La disaffezione degli elettori

autore: 
Renzo Giraudo Bes

A leggere i giornali sembra che in Italia si sia scatenata una campagna elettorale furibonda, senza esclusione di colpi. I maggiori uomini politici, infatti, si scambiano accuse atroci, insulti a tutto spiano, minacce e intimidazioni. Ogni tanto cala dall'alto qualche invito ad una maggior moderazione, ma senza risultati percepibili. Gli attori sembrano calati con convinzione nella loro parte e si agitano senza risparmio di energie. Ma fino a che punto queste risse riescono a coinvolgere gli elettori? Entrate in un bar, salite su un tram, introducetevi in qualunque luogo pubblico e sentirete parlare di tutto: dagli amori delle veline di "Striscia la Notizia" all'ultimo allenatore della squadra di Roccasecca di Sopra; ma mai e poi mai troverete qualcuno che si appassioni alle dispute fra Berlusconi e Rutelli, che si agiti per le affermazioni di Veltroni o per le dichiarazioni di Mastella.

In altri tempi, nemmeno tanto lontani, la gente si scaldava e talvolta si scalmanava per sostenere l'una o l'altra tesi. Oggi niente. Gli elettori, tranne una piccola percentuale di attivisti, sono completamente indifferenti, anzi quasi apatici. A questo punto le regole non scritte della democrazia ci imporrebbero di vestire i panni dei moralisti e ci indurrebbero ad ammonire gli indifferenti. Ma non ci sentiamo di farlo. Perchè mai gli elettori dovrebbero prendersela calda per gente che urla senza mai dire nulla di serio o almeno di verosimile? Quali partiti dovrebbero suscitare passioni, interesse, consensi, visto che sono quasi tutti intenti a nascondere la loro identità (operazione non difficile, visto che ne sono quasi tutti privi)?

Ci sono ancora alcuni partiti che sono identificabili perchè si richiamano a nomi che furono, se non gloriosi, almeno importanti; ma sono ridotti tutti a un polverio di partitini sparpagliati senza ordine e senza criterio a destra e a manca. Facciamo qualche esempio: i partiti che osano ancora richiamarsi alla funesta ideologia comunista sono ormai due, uno dentro la coalizione governativa e l'altro fuori. Perchè? Non si sa. I partiti neo socialisti si sono moltiplicati e se ne trovano tanto nel polo di destra quanto in quello di sinistra, con personaggi impresentabili regolarmente riciclati.

Dei partiti democristiani abbiamo perso il conto, ma sappiamo che ce ne sono dappertutto. perfino in quell'oggetto misterioso che è la Margherita. A proposito: qualcuno saprebbe elencare quanti e quali partiti fanno parte di questo fiore appena sbocciato e se noi ve ne fornissimo l'elenco completo e dettagliato sapreste dire a che cosa serve e che cosa vuole ciascuno di essi? Mentre scriviamo non sappiamo ancora se nel giardinetto della politica è nato il Girasole, ma se anche ciò fosse non importerebbe niente a nessuno. Perfino il Partito Repubblicano, che è morto da un pezzo ma non lo sa, è riuscito a spaccarsi in due: da un lato una certa signora che, sedendo su una sicura poltrona europea, vorrebbe rimanere nel centrosinistra, dall'altra l'on. Giorgio La Malfa che spera di rimediare un cadreghino migrando nel centrodestra. Infatti tutte queste manovre, questi cambi improvvisi di campo, anche se ufficialmente giustificati con nobili ed elaborate argomentazioni, sono dovuti soltanto alla smania di conquistare una fettina di potere.

Dell'Italia e degli Italiani non importa un fico a nessuno. I partiti maggiori menano il gioco mirando allo stesso scopo: mettere insieme a qualunque costo una maggioranza parlamentare, raccogliendo briciole e personaggi di seconda mano dovunque si trovino e qualunque cosa pensino o abbiano pensato in passato. I due poli e anche i "polini" che ruotano attorno a loro sono diventati degli impianti di riciclaggio, da prendere ad esempio per organizzare la raccolta dei rifiuti, ma non tali da far diminuire la disaffezione degli elettori. Ad ogni modo andremo a votare anche questa volta e voteremo per il polo di centrodestra, soprattutto perchè non è quello di centrosinistra. E che vinca il meno peggiore....

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