Il principe Harry parla per la prima volta dei danni psicologici derivati dalla morte della mamma Lady Diana

Data: 
17 aprile 2017

In un’intervista esclusiva al quotidiano Telegraph, per la prima volta il principe Harry ha confessato di aver addirittura chiesto aiuto ad uno psicoterapeuta per i danni psicologici derivati dalla scomparsa di sua madre, la principessa Diana.

Per quasi 20 anni, dopo la perdita della madre, Harry aveva evitato di farsi travolgere dalle emozioni: "Mettevo la testa sotto la sabbia, mi rifiutavo di pensare a lei, in quanto mi faceva solo sentire triste".

“Posso tranquillamente dire che la perdita di mia mamma all'età di 12 anni, e quindi di aver spento tutte le mie emozioni per 20 anni, ha avuto un effetto molto grave non solo sulla mia vita personale, ma anche sul mio lavoro”, ha detto  Harry.

Durante questa dura depressione non era mai riuscito a piangere per la morte di sua madre. Solo all’età di 28 ani ha pianto. "Sono stato molto vicino ad un esaurimento in diverse occasioni", ha detto Harry, "Per due anni era in caos totale e verso i 28 anni mi sono convinto a chiedere aiuto".

"Questa decisione la devo anche al fratello maggiore William, che da anni mi spingeva a rivolgermi ad uno psicoterapeuta". Harry ha anche detto che la boxe lo ha aiutato a gestire l’aggressività e di controllare il desiderio di prendere a pugni qualcuno.

"Ora sono in grado di prendere sul serio il mio lavoro, e di fare lo stesso con la mia vita privata e di versare sangue, sudore e lacrime nelle cose che contano ".

Il Primo Ministro Theresa May ha elogiato il principe Harry di aver rivelato di essere stato alle prese con la sua salute mentale in seguito alla morte di sua madre 20 anni fa.

Infatti la decisione di rendere pubblica la sua personale battaglia contro depressione e rabbia non è solo una confessione fine a sé stessa, ma Harry spera di spostare maggiormente l'attenzione sui temi della salute mentale e di aiutare molte persone.

Come è noto Harry, insieme al fratello William ed alla cognata Kate, è impegnato nella campagna “ Heads Together ” per sensibilizzare l’opinione pubblica britannica sul tema della salute mentale.