ITALIA REALE
Trimestrale del movimento politico "Italia Reale - Stella e Corona"
258 anni fa nasceva Carlo Felice, Re di Sardegna
Sposò Maria Cristina di Borbone, figlia di Ferdinando IV di Napoli, che non gli diede discendenza.
Sgominò facilmente, con l'aiuto degli Austriaci, i costituzionalisti e fu molto duro con Carlo Alberto, che accusava di connivenza con gli insorti. Uomo di carattere chiuso, rigido e severo con sè stesso e con gli altri, si accinse a governare il Regno di Sardegna attenendosi inflessibilmente ai principi della Monarchia assoluta. Ciò gli cost? l'ostilit? dei seguaci delle idee nuove.
I suoi detrattori però sorvolarono sulla sua attività di governo, che fu per molti versi provvida ed oculata. Potenziò i porti di Nizza e di Genova, costruì opere pubbliche, fra le quali il Teatro di Genova che porta il suo nome, favori a Torino e nelle altre città del Regno la costruzione di imponenti complessi edilizi. Protesse le arti, le scienze e le industrie; a lui si deve, per esempio, la fondazione del Museo Egizio di Torino.
Dotò di un nuovo, organico e moderno complesso di leggi la Sardegna, che anni prima, come Vicerè, aveva liberato dalla piaga del banditismo; riformò la Giustizia e il Fisco. Restituì compattezza all'Esercito, allontanando gli elementi sovversivi. Trovò ed onor? uno degli ultimi discendenti di Pietro Micca. Difese con fermezza l'indipendenza e la dignità dello Stato dall'invadenza del potere ecclesiastico e dalle mene diplomatiche delle potenze europee.
Nel 1825, in risposta alle azioni piratesche dei corsari armati dal Bey di Tripoli, inviò una piccola flotta, comandata dal Capitano Sivori, che penetrò audacemente nel porto di Tripoli, incendi? le navi che vi si trovavano e costrinse il Bey a scendere a patti.
Carlo Felice mori a Torino il 27 aprile 1831, nella sua camera da letto nel Palazzo Chiablese di Torino, dopo aver riconosciuto in Carlo Alberto l'erede al trono. Con la sua morte la Corona passava al ramo dei Savoia-Carignano, destinato negli anni seguenti ad avviare il percorso che avrebbe portato al compimento dell'unificazione nazionale.
Re Carlo Feice volle essere sepolto nell'Abbazia di Altacomba, che aveva ricostruito dalle rovine provocate dai rivoluzionari repubblicani.