Nuovo ordine mondiale

autore: 
Alberto Conterio

Il nuovo inizio dettato dal Presidente russo Vladimir Putin

Dall’inizio di Ottobre, siamo tornati ad essere testimoni del dualismo tra gli Stati Uniti d’America e la Russia.
Per chi come me è nato e cresciuto in guerra fredda, non c’è nulla di nuovo e di strano. Posso altresì comprendere l’apprensione di chi senza esperienza, al contrario, trova questo confronto, un pericolo alla pace mondiale.
Per tranquillizzare costoro, occorre sfatare una volta per tutte il primo e il più pericoloso dei luoghi comuni: quello che vuole il “bene” provenire da oltreoceano, ed il “male” provenire ieri dalla Russia Comunista e oggi dalla Russia di Putin.
Il bene ed il male sono tali solo quando si ha la possibilità di discernerli tra le due diverse opzioni, e in questo, dobbiamo ultimamente dire grazie a chi, opponendosi all’ordine mondiale unipolare imposto dagli Stati Uniti d’America dopo la caduta della vecchia Unione Sovietica, è tornato ad offrirci un diverso modo di guardare al mondo.
 
Negli ultimi 25 anni infatti, il "bene e la pace" sono stati imposti al mondo “grazie” alle diverse guerre fatte per esportare la democrazia. "Democrazia", parolona vuota quale paravento agli interessi dell’unica superpotenza rimasta. Con queste guerre, servilmente approvate dalla maggioranza dei media occidentali, siamo stati indotti a credere di contribuire alla costruzione di un mondo migliore, mentre avremmo dovuto accorgerci subito al contrario, d'essere testimoni di crimini e soprusi, nemmeno immaginabili prima.
 
Questa insana situazione di monopolio, è di fatto terminata in data 8 ottobre 2015, quando obiettivi dello Stato Islamico (ISIS) in Siria sono stati colpiti e distrutti da missili da crociera russi lanciati dal Mar Caspio ad oltre 1500 chilometri di distanza.
Con questo lancio, certamente non necessario all'andamento delle operazioni militari, il Presidente russo Vladimir Putin ha voluto inviare messaggi chiari agli Stati Uniti e all'occidente: 
 
Il primo messaggio è che d’ora in poi il Medio Oriente non è un più un teatro esclusivo dell'occidente. 
La sovversione di governi e regimi poco inclini a farsi "guidare" da Washington con l’installazione di governi satelliti o di pseudo democrazie marionetta, non sarà più possibile.
 
Il secondo messaggio, anch’esso politico, puntualizza che la regione del Mar Caspio, oltre all'Iran, era e rimane spazio post-sovietico e gli statunitensi che lo vogliano o meno dovranno rispettarlo.
 
Il terzo messaggio poi, è prettamente tecnico. I russi hanno voluto rendere evidente anche alla gente di strada che sono tornati ad essere una superpotenza militare tecnologicamente avanzata. Avrebbero potuto colpire gli stessi obiettivi con gli aviogetti a disposizione in Siria o utilizzando missili lanciati dalle navi presenti in mediterraneo a poche decine di chilometri dall’obiettivo. Hanno invece voluto lanciare missili intelligenti dalle piccole unità secondarie del Mar Caspio, cioè da un bacino chiuso per quanto grosso può essere, dimostrando organizzazione, precisione e potenza insospettata. I missili sono altresì giunti sugli obiettivi all'improvviso senza essere individuati durante il volo, dai sistemi di sorveglianza della Nato.
 
Gli Stati Uniti hanno fiutato immediatamente il pericolo, tanto che la settimana seguente la grossa e costosissima portaerei della 5° flotta, la Theodore Roosevelt (CVN-71) è stata trasferita dal Golfo Persico (dove era presente dal 2007) fuori dal raggio d’azione di questi ordigni!
 
Questo “avvertimento”, successivo al discorso di Putin alle Nazioni Unite, che denunciava l’affarismo americano e le conseguenze dell’agire fuori dalle risoluzioni dell’Organizzazione delle Nazioni Unite e dal diritto internazionale – si veda le operazioni che hanno portato all’Afganistan, all’Iraq, ed alla Libia, ad esempio – è a mio parere benedetto, e diventa un nuovo inizio a garanzia della pace e della stabilità mondiale basato sull’equilibrio di forze multipolari.
Nei prossimi mesi quindi, saremmo sicuramente testimoni di altri importanti passi, per stabilizzare ulteriormente le relazioni geopolitiche tra l’occidente e il blocco eurasiatico, guidato militarmente dalla Russia ed economicamente dalla Cina.
 
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