TEMPESTA SULLA FINANZA MONDIALISTA

autore: 
Massimo Mallucci

Il lungo periodo, caratterizzato da una crisi finanziaria senza fine, ci ha abituati agli alti e bassi della “borsa” che creano grandi guadagni per pochi e vanificano i risparmi dei molti.
Nessuna apparente stabilità potrà creare quella sicurezza di vita, invocata da tutti ma, certamente, molto lontana dall’essere realizzata dagli interventi dei politici, asserviti ai grossi centri del potere finanziario.
L’incertezza è una caratteristica del sistema ed è, ormai, istituzionalizzata.
Questa condizione che dovrebbe mettere in crisi il così detto “stato moderno”” è stata solo brutalmente evidenziata da un sistema finanziario internazionale, la cui crisi non è quella delle grandi “piazze d’affari” ma deve essere ricercata proprio nella crisi di un sistema politico alla deriva.
Il panico che si è diffuso in tutto il mondo, a seguito del fallimento e della liquidazione di due delle più importanti banche d’affari degli Stati Uniti, ha evidenziato l’incapacità di un modello, imposto come sistema di vita, volto a creare capitali e ricchezze in modo veloce, attraverso operazioni spregiudicate, fondate su giochi virtuali, molto lontani dalle reali situazioni di fatto.
Si è ritenuto, in pratica, di poter fare a meno dei tradizionali elementi che determinano la crescita di una società: la produzione, l’occupazione e il lavoro. Chi si accorge, ora, che occorre tornare a rivalutare “l’economia reale” dovrebbe anche essere in grado di varare una politica di controllo sul modo di operare del sistema finanziario, per impedirne gestioni e azioni spregiudicate.
Insomma, la saggezza popolare ci insegna che “tutti i nodi vengono al pettine”.
Non crediamo che le oligarchie politiche, collegate ad organismi come il fondo monetario internazionale, la banca mondiale e l’organizzazione mondiale del commercio, siano in grado di costruire solide basi per un avvenire sicuro.
Occorrerebbe mutare la logica di tali organismi che impongono, ad esempio, attraverso i prestititi ai Paesi più poveri, l’accettazione di piani economici precostituiti, che rendono interi Stati e popoli sottomessi a una logica globalizzante, di un sistema finanziario che amplifica i debiti, globalizza la povertà, concentra ricchezze.
Così come denunciato, da noi di Alleanza Monarchica, sin dai tempi della riunione del così detto “G8”, a Genova.
Non crediamo che le oligarchie politiche che si impongono nei vari Stati attraverso sistemi elettorali che impediscono, di fatto, la vera sovranità popolare che si afferma solo con la possibilità di scegliere gli eletti, possano garantire quella stabilità di vita che dicono di voler perseguire.
L’Europa che si va formando è la conseguenza di un “atlantismo” che ha imposto gruppi di potere che hanno sostenuto il primato dell’economia sulla politica, tendendo a rovesciare l’ordine naturale delle cose.
Si tratta di esasperati assertori del culto di uno Stato onnipotente.
I regionalismi che distruggono le identità nazionali serviranno proprio a rafforzare il potere di chi, sommando il primato dell’economia all’onnipotenza dello Stato, vuole ottenere una nuova edizione di una perfetta società socialista.
L’onnipotenza dello Stato sarà data, ovviamente, attraverso poteri indiscutibili, fondati sui grossi interessi finanziari internazionali.
In questa situazione non crediamo che i portavoce di tale sistema siano in grado di costruire solide basi per un avvenire sicuro.
Ha ragione il Ministro Tremonti a sintetizzare che occorre “meno finanza e più lavoro” ma il “vertice a 4”, quello che si è svolto a Parigi per salvare l’economia Europea, ha diretto tutti gli sforzi a puntellare le banche ed il sistema da queste rappresentato.
Berlusconi, per l’Italia, ha proposto lo stanziamento di un fondo comune di trecento miliardi, sull’esempio di Bush.
Avremmo voluto sentir proporre, quantomeno come contropartita, piani di difesa dei comuni cittadini nei confronti del sistema bancario. Come sempre si è parlato di salvataggio di banche e di centri di potere economico. Può essere giusto, sotto un certo punto di vista, ma la domanda che, noi monarchici, ci poniamo è questa: chi salverà dalle banche i normali cittadini e i detentori di conti correnti?
Nessuno parla di un sistema bancario al limite dell’usura.
La Banca Centrale Europea continua a fare gli affari propri, indifferente rispetto ai problemi di milioni di famiglie che hanno contratto dei mutui per comprarsi la casa a tasso variabile.
Questi, con la scusa dell’inflazione, sono stati vergognosamente rivalutati e i tassi sono rimasti aggiornati ai massimi livelli, senza che nessuno sia intervenuto per imporre una nuova contrattazione. Non ci risulta che qualcuno abbia imposto alla Banca Centrale Europa il taglio del costo del denaro, unico modo per sostenere l’economia reale.
E’ incredibile che la Banca Centrale Europea non si confronti mai con l’unione (dei 25 e non dei 4) ma continui ad avere unicamente rapporti con quelle stesse Banche che dovranno avvantaggiarsi, grazie al “progetto salvataggio”.
A proposito di economia reale, citata soltanto a parole e in modo ideologico, sarebbe interessante capire perchè gli aiuti economici, proposti per salvare le banche non riguardino anche singole aziende o interventi per gli aumenti dei salari, in sede di rinnovo dei contratti.
Per le banche i soldi degli Stati ci sono, per l’economia reale no. Poichè i soldi da versare per sostenere il sistema bancario saranno dati dai vari Stati, ne consegue che a sostenere le banche saranno i cittadini, visto che i bilanci degli Stati si alimentano attraverso le tasse di sistemi sempre più esosi.
Dunque i cittadini, veri e propri schiavi di oligarchie inamovibili, continueranno ad essere strangolati dai mutui bancari e da un sistema che non conosce limiti alla propria avidità e, nello stesso tempo, saranno obbligati a sostenerlo con i propri sacrifici. D’altra parte dall’Europa delle banche e dei finanzieri non ci si poteva aspettare altro.
L’Europa dei tecnoburocrati che si impone con leggi elettorali che ci portano indietro sul piano della libertà.
L’economicismo che ha caratterizzato i vari trattati europei sta dando i suoi disastrosi frutti. Sia chiaro che noi non siamo contro un ragionevole capitalismo, siamo contro questo capitalismo selvaggio, onnipotente e mondialista che sta portando il mondo sull’orlo di un disastro globale perchè rifiuta qualunque etica.
Le analisi dei consumi, pubblicate dai giornali dimostrano come il commercio legato a prodotti di lusso o ad immobili, ad esempio, nelle località di moda,non conosce crisi, anzi ha avuto un incremento.
Dall’altra parte abbiamo notizie di estremi bisogni. La società dei così detti diritti dell’uomo, in perfetto accordo con i residuati bellici del socialcomunismo internazionale internazionale sta portando l’umanità in una situazione dove la ricchezza sarà sempre più concentrata nelle mani di pochi e la povertà si allargherà sempre di più.
D’altra parte è la cultura dello squallore che, sin dal ’68, aveva ipotizzato una società di miserabili, liberi di drogarsi e di esercitarsi in ogni aberrazione sessuale ma schiavi degli interessi dei nuovi e inamovibili oligarchi.
Al manifesto della dissoluzione “o Calcutta!”, noi opponiamo: Monarchia e tradizione.

anno: 
mesi: 
argomenti: