Il 2 giugno

autore: 
Roberto Vittuci Righini

Il 2 giugno 1946 gli Italiani furono chiamati a deporre nelle urne due schede, quella del Referendum istituzionale (Monarchia- repubblica) e quella per l'elezione dei membri dell'Assemblea costituente. I risultati ufficiali del Referendum (subito contestati dai monarchici che parlarono di truffa, imputandone la responsabilità all'allora Ministro dell'interno il socialista Romita, ipotesi che il tempo non ha certamente cancellato) furono 10.709.423 voti per la Monarchia e 12.718.019 voti per la repubblica.

I risultati dell'elezione dei componenti l'Assemblea costituente furono: D.C. 8.083.208 Comunisti 4.342.722 Socialisti 4.744.749 Unione Democr. Naz. 1.559.417 Repubblicani 997.690 Blocco Naz. Libertà 636.493 Partito Sardo d'Azione 333.758 Movimento Unionista 70.957 Cristiano-sociali 50.220 Altri 826.488

Dall'esame dei voti delle due contemporanee consultazioni, è semplice derivare che, essendo gli elettori del Partito comunista e di quello socialista sicuramente repubblicani (Pietro Nenni - che sarà poi Premio Stalin nell'occasione coniò lo slogan “o la repubblica o il caos”, poi diventato nei fatti “repubblica e caos”), la repubblica italiana venne decretata da 9.087.470 voti dei trinariciuti e dei loro alleati socialisti, e solo da 3.630.549 (12.718.019 -9.087.470) voti di altri, vale a dire repubblicani, azionisti sardi, sudtirolesi, buona parte di repubblichini.

E', pertanto, o almeno dovrebbe essere, pacifico anche per i più faziosi repubblicani, che l'attuale forma istituzionale dello Stato non trae origine dalla Resistenza, bensì dai seguaci (e loro sodali) del più feroce e bestiale regime che abbia colpito l'umanità, vale a dire il comunismo.

I 10.709.423 Italiani che votarono per la Monarchia il 2 giugno 1946, salvarono poi l'Italia il successivo 18 aprile 1948 allorchè il blocco comunista-socialista denominato Fronte Democratico Popolare (quanto e quale abusivo uso del termine “democratico” hanno sempre fatto i comunisti e i loro derivati) raccolse 8.025.990 voti contro I 12.751.841 dati alla D.C. ed i 5.386.136 voti di tutti gli altri Partiti, non raggiun-gendo così quella maggioranza che avrebbe trasformato la nostra amata Patria in ulteriore colonia dei russi a fianco di Ungheria, Cecoslovacchia, Romania, Bulgaria, ecc. I 10.709.423 voti di monarchici del 1946 rappresentarono così l'ampia maggioranza di quanti nel 1948 di opposero all'instaurazione della dittatura comunista.

Festa nazionale pertanto non dovrebbe essere il 2 giugno anniversario di un Referendum dall'esito contestato che divise gli Italiani in due blocchi contrapposti, bensì (se, ad ogni conto, questa repubblica intende dimenticare il 4 novembre) il 18 aprile, anniversario di una battaglia per la libertà minacciata dal comunismo, che vide concordi e ampiamente maggioritarie le forze democratiche del Paese.

L'affermazione che secondo Televideo avrebbe fatto il Senatore Ciampi “Il 2 giugno è la giornata in cui l'intera collettività nazionale celebra con orgoglio la nascita della repubblica”, è pertanto del tutto infondata e gratuita in quanto I monarchici che fanno a pieno titolo parte di quella collettività nazionale nata grazie a Casa Savoia che ha unificato l'Italia, non celebrano la nascita dall'attuale regime, né tanto meno vedono quale orgoglio possano avere i repubblicani di celebrare una repubblica quale l'attuale italiana.

Teniamo a rilevare e sottolineare quanto sopra non intendendo che venga iniziata opera di mistificazione diretta a presentare la contestata nascita della repubblica italiana, come un fatto di cui menare vanto ed orgoglio addirittura da parte di tutta la collettività nazionale, quasi che – anche a voler passare per buoni i voti usciti dalle calcolatrici di Romita - l'intero popolo italiano od anche solo una sua parte largamente maggioritaria, avessero votato a favore di un regime che, tra le altre nefandezze, ha creato disaffezione per l'unità dell'Italia, ha dimenticato i valori più nobili della tradizione e dell'amor patrio, ha fatto precipitare la Nazione in un baratro economico ed ha generato la bella classe politica ingrassatasi con tangentopoli alla faccia dei pensionati che non dispongono del minimo per sopravvivere, dei disoccupati, degli ammalati mal curati, degli onesti perseguitati dalla criminalità, dei senza casa, eccetera.

Se tutto questo ci rallegra intrecciamo danze e carole; in caso contrario non cerchiamo di spacciare il disgusto per orgoglio.

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