Europee: vince Renzi

 
Grazie alla lista civetta di Grillo, l’Europa della Troika può contare su un’Italia supina
 
Giorgio Napolitano ha di che complimentarsi, è riuscito nell’impossibile!
Ad inizio anno, con Letta, nei panni della controfigura di Monti al governo e un Grillo arrembante e urlatore le possibilità di mantenere la barra dritta sul programma dell’integrazione europea sembrava seriamente compromessa. Altro intervento quirinalizio quindi, dopo quello del 2011 e del 2013. Matteo Renzi, da semplice Sindaco, diventa in due battute, segretario del Partito Democratico prima e Presidente del consiglio poi,  «senza passare dal via» si direbbe giocando a Monopoli.
 
 
Smesso Letta come un calzino bucato e maleodorante, Renzi assume il compito di distrarre l’opinione pubblica: l’obiettivo è evitare che si trasformi la delusione e il malcontento degli ultimi anni in un voto contro l’Europa; i problemi degli italiani e dell’Italia sono pertanto secondari, e subordinati al bene dell’Europa delle banche e della Germania. 25 secoli di storia e di cultura non sono sufficienti al popolo italiano per comprendere il raggiro!
Per Renzi il lavoro è facile, …si corre in discesa. Dalla Merkel a prendere ordini, c’era già stato ancora prima di diventare Presidente del Consiglio, sicch’è…
 
Distrarre l’opinione pubblica dal grigiore dell’austerity europea calamitando l’attenzione con giochi di prestigio – gli 80 euro al mese – e promesse, tante promesse è un gioco da ragazzi!
Grillo nel frattempo non lo sa, ma ha già perso la partita. Anche lui del resto – non so quanto inconsapevolmente –  risponde allo stesso scopo, togliere al popolo il tempo di pensare e ragionare sugli effetti nefasti di 10 anni di moneta unica.
 
Prima lista civetta dell’euro-burocrazia, il Movimento 5 Stelle intontisce la gente con urla, insulti e improperi vari, allontanando da se i moderati in fuga dai partiti tradizionali! Una campagna elettorale la sua, all’insegna della confusione indecisionista, che riduce le adesioni alla sola ala estrema degli ultrà da stadio. Così è stato, e l’Italia, pur dopo cinque anni «economicamente» terribili, torna ad accodarsi all’Europa come un bravo scolaretto. La contraddizione è palese, oltre il 45 per cento degli italiani risulta oggi chiaramente deluso e sfavorevole all’Euro, ma oltre il 40 per cento dei votanti (che sono poco più della metà degli aventi diritto al voto) ha espresso la sua preferenza per l’unico partito politico che dell’euro e dell’Unione Europea ha fatto la sua ragione di vita, senza se e senza ma.
 
Certo pesa moltissimo l’astensione al voto, che ha storicamente interessato sempre maggiormente l’elettorato di destra e centro destra. Da questo fatto occorre a mio parere riparametrare il risultato elettorale europeo nella sua globalità: L’elettorato «sicuro» del Movimento 5 Stelle è corso in toto a votare in massa, così gran parte dello zoccolo duro del PD. Forza Italia ha quindi certamente risentito delle maggiori assenze al voto. Sulla base di questa considerazione, appare chiaro che, il vero sconfitto risulta essere il Movimento di Grillo!
 
Legittimato da questo risultato – drogato dalle dall’astensione – Matteo Renzi dovrà assumersi la responsabilità di fare da sinistra tutte quelle riforme che normalmente vengono attribuite ai propositi delle forze politiche di destra. Sarà uno spettacolo, e se non ci fosse da piangere potremmo divertirci parecchio! Sarà invece uno spettacolo indecente, soprattutto essendo consapevoli che queste riforme non sono il rimedio per ridare competitività all’Italia, ma al contrario sono il risultato che si desiderava raggiungere per distruggere il sistema industriale italiano, a costo di creare o aggravare apposta a livello nazionale la crisi generale!
 
Lo smontaggio dell’Italia Nazione può procedere quindi a favore del protettorato tedesco, utile alla spoliazione delle ricchezze nostre pubbliche e private.
Ad opporsi la sola piccola «fiaccola», rappresentata dalla Lega Nord di Matteo Salvini dopo che Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni non ha superato la soglia minima di sbarramento. Basterò a fare squadra con le più combattive forze europee anti-euro?
 
Me lo auguro di cuore. Gli euro-contrari di Gran Bretagna, Francia, Danimarca, Olanda, Grecia e Austria formano sulla carta un fronte robusto ma eterogeneo. Se si troverà un minimo comune denominatore, su questa «armata» potrebbero infrangersi le ultime speranze dei banchieri di mantenere il criminale status quo. Comunque sia, ogni cambiamento dell’attuale politica europea non può che portare benefici, tanto è stata negativa fino ad ora, ma gli interessi tedeschi al contrario verrebbero sminuiti. Si lasceranno andare in atti di bontà e altruismo? Non lo penso. Resta quindi una bella partita da giocare!
 
L’Italia vince sicuramente solo abbandonando il campo, e dal momento che per ora questa ragionata scelta politica interna è da escludersi, non resta che sperare che il «campo» sia messo in crisi da altri paesi europei. L’Italia a quel punto potrebbe accodarsi all’uscita di sicurezza, …verso la libertà.
 

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