Referendum Monarchia Repubblica del 2 giugno 1946

Opinione di Italia Reale: 

Referendum tra Monarchia e Repubblica del 2 -3 Giugno 1946

Se si fosse tenuto conto dei voti nulli (schede bianche, annullate e contestate, che erano circa 1 milione 500 mila) il divario tra Monarchia e repubblica sarebbe sceso da 2 milioni a 250 mila.

Una differenza minima che rimetteva in gioco il risultato. La verifica dei verbali di seggio era stata fatta in fretta solo dai funzionari mandati da Togliatti (tutti repubblicani..), e perciò era necessario ricontrollare le schede. Guarda cosa però,  già dal 10 giugno, Togliatti aveva ordinato di distruggere le schede, e quindi non era possibile fare la verifica .....

A questo punto il Re Umberto II, per evitare una guerra civile, parte per l’esilio, dopo aver diffuso un proclama in cui contesta la violazione della legge ed il comportamento rivoluzionario dei suoi ministri, che non hanno atteso il responso definitivo della Cassazione.

Sulla vittoria (?) della repubblica pesano e peseranno sempre gravi interrogativi, la repubblica fu imposta per la mancata verifica e validità dei risultati. 

Come se non bastasse l'articolo 139 della Costituzione repubblicana dichiara immodificabile la forma dello Stato. ...

REFERENDUM 2 GIUGNO 1946, AVEVA VINTO LA MONARCHIA ?
 
 
Fonte: 

Nessun proclama a favore della Repubblica, solo numeri e reclami

Il Presidente della Corte di Cassazione, Giuseppe Pagano sorprende tutti: sono trascorsi 8 giorni dal voto e la partita sul Referendum non è chiusa. Il 2 Giugno del 1949 l'Italia ha votato per il suo futuro, Monarchia o Repubblica.

Casa Savoia perde consensi e di fronte all'ipotesi di abdicare il Re risponde: 'Mio figlio Umberto non è capace'. Il Referendum del 2 Giugno è l'ultima possibilità per Casa Savoia.

Il voto popolare lascia aperta una scelta che per i comitati di liberazione nazionale era già scritta: Repubblica, eppure alle urne le cose non sono così chiare, la Monarchia è più forte del previsto e sulla vittoria della Repubblica ci sono dubbi, sospetti di brogli e illeciti.

3 Giugno 1946, le urne sono chiuse e nella notte arrivano al Viminale i primi dati e l'atmosfera è tesissima... 16 giorni di dubbi, sospetti ma anche certezze.

Secondo la legge con cui si era scelto di votare, il risultato per essere valido avrebbe dovuto essere calcolato in un altro modo.

L'immediata distruzione delle schede lascia aperti tutti gli interrogativi su cui la ricerca storica continua ad indagare. 

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