Messaggio di Jean d'Orléans, conte di Parigi, su Notre Dame

Data: 
17 aprile 2018
Jean d'Orléans, conte di Parigi e pretendente al trono francese, si unisce all'emozione nazionale suscitata dall'incendio di Notre-Dame, e sottolinea l'esigenza di difendere e trasmettere l'eredità che si  riceve.
 
Ieri mattina, contemplando ciò che rimane di questa povera cattedrale di Parigi, questa cara cattedrale di Francia, da francese e  cristiano, ho sentito le feriti nella carne.
 
Notre-Dame-de-Paris è più di un edificio, più di un simbolo, è il segno visibile e reale del genio della Francia. Il genio e la dedizione dei suoi ammirevoli costruttori, ma anche il genio di coloro che per più di 850 anni, secolo dopo secolo, hanno coltivato questo tesoro nazionale, e lo hanno trasmesso senza fallire.
 
C'è in questo edificio una continuità storica tra, da una parte, i costruttori dei re capetingi e dall'altra gli altri regimi che li hanno succeduti fino alla nostra Quinta Repubblica, che ha saputo conservare e rendere irradiata questa eredità, ed ha dato alla Francia un vertice della cultura universale.
 
La Madonna, attraverso i secoli, è la testimonianza vivente dell'unità dei francesi attorno a un destino comune. Come figlio di San Luigi, re costruttore, anch'io mi relaziono pienamente a questa continuità.
 
Si deve capire però una cosa : la nostra generazione, che spesso si vanta della sua superiorità su tutto ciò che ci precede, è quella che non ha trasmesso nulla. Siamo consumatori di eredità, bambini viziati che godono di beni che sembrano eterni per loro, a cominciare dalle nostre risorse naturali, fatiscenti dal nostro modo di vivere e dalle nostre esigenze di comfort, e dai nostri paesaggi sfigurati da un'urbanizzazione selvaggia e senza senso.
 
Ma Notre-Dame-de-Paris non è l'unica vittima della nostra disattenzione. Tra le rovine della nostra cattedrale mutilata, in ognuna di queste finestre polverizzate, in ciascuna di queste travi bruciate, c'è una delle nostre piccole chiese di campagna che ogni anno vengono decimate, abbandonate, abbandonate o distrutte ogni anno, ma anche tutti il patrimonio, religioso di cui siamo responsabili. Ognuno di questi doni ricevuti dai nostri anziani viene fornito con una responsabilità e un requisito.
 
Come possiamo ora diventare più degni di ciò che ci è stato lasciato da così tante generazioni ?
Forse prima di tutto con il gesto più semplice: entra nelle nostre chiese, per coloro che desiderano pregare lì, visitare i nostri monumenti, salvare i nostri paesaggi. Imparare ad amare queste pietre, ascoltare quello che ci raccontano del passato, e qualunque sia la nostra origine culturale o religiosa, per rispettare ciò che è al di là di noi.