Re Abdullah di Giordania finanzia il restauro del Santo Sepolcro di Gerusalemme

Data: 
10 aprile 2016

Un Sovrano musulmano finanzia il restauro del Santo Sepolcro, il luogo della Sepoltura e Resurrezione di Gesù a Gerusalemme. Un forte messaggio contro il terrorismo islamico !

Il Re Abdullah II di Giordania ha emesso una beneficenza reale (makruma) per finanziare le spese per il restauro della tomba di Gesù nella Chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme, necessario per via del progressivo degrado della struttura (alterazione delle malte) creata dall’umidità causata dal respiro delle migliaia di pellegrini e dal fumo delle candele.

La Casa Reale ha informato il Patriarca della Città Santa di Gerusalemme e di tutta la Palestina e Giordania - Kyrios Teofilo III - della donazione personale del Sovrano.

Il patriarca Teofilo III, che guida la più folta tra le comunità cristiane della Terra Santa, ha lodato la generosità di sua Maestà Re Abdullah II, ed ha aggiunto che il sovrano giordano incarna nei fatti, e non solo a parole, la convivenza di musulmani e cristiani di tutto il mondo e in particolare in Terra Santa. Inoltre ha sottolineato che la famiglia reale hashemita ha sempre ha avuto un ruolo storico unico nella conservazione di entrambi i luoghi santi cristiani e musulmani a Gerusalemme e nei Territori occupati, aggiungendo che il ruolo della Giordania nel proteggere l'esistenza cristiana nella Terra Santa è chiaro e innegabile. 

Sarà dunque un Sovrano musulmano, che si fregia del titolo di discendente diretto del Profeta Maometto, a sostenere le spese del restauro dell’edicola del Santo Sepolcro, il luogo della Sepoltura e della Resurrezione di Gesù a Gerusalemme, da secoli il luogo più venerato dai cristiani di tutto il mondo.   
 
Con questo gesto la Casa Reale giordana dimostra la sua  vicinanza ai cristiani, ma il restauro del Santo Sepolcro è anche un modo per affermare le Sue prerogative sui luoghi santi di Gerusalemme, dove oltre a  quelli cristiani, ci sono anche la moschea di al Aqsa e la “Cupola della Roccia”, sulla spianata che sorge sopra al Muro del Pianto. 
 
Da notare, infine, che nella sua dichiarazione il patriarca Teofilo III ricollega espressamente la donazione giordana al «Patto di Omar», l’accordo stipulato nell’anno 637 al momento della conquista di Gerusalemme da parte araba. In quell’occasione il califfo Omar, il secondo successore di Maometto, rispettò la basilica del Santo Sepolcro, lasciandola al culto dei cristiani anziché trasformarla in moschea. 
 
Insomma il Re Abdullah di Giordania dimostra di essere davvero un grande sovrano.
Col suo impegno il Re hashemita semina i semi dell'amore e fratellanza tra musulmani e cristiani, in netto contrasto col sedicente califfo che invece profana i luoghi dei cristiani in Siria e in Iraq, e la decisione di finanziare il restauro del luogo della Sepoltura e Resurrezione di Gesù obbliga il mondo musulmano a ricordare la sua vera storia e identità.