L’armatura del samurai, donata dall’imperatore del Giappone Meiji a Vittorio Emanuele II, torna all’Armeria Reale di Torino

Grazie al restauro finanziato da Intesa Sanpaolo, dopo quasi 50 anni, è di nuovo esposta, nella sala della Rotonda dell’Armeria ai Musei Reali di Torino, la splendida armatura del guerriero giapponese, che si chiama "Kebikiasagiodoshihon-kozane do-maru". (in italiano l'armatura composita del tipo do-maru a fettucce di seta azzurra). 
 
Questa armatura (B.53) è una dei tre pezzi completi giapponesi che fanno parte delle collezioni dell’Armeria Reale fin dall’Ottocento.
 
Fu realizzata tra il XV e il XVIII secolo, e fu donata dall’imperatore del Giappone Meiji a Re Vittorio Emanuele II di Savoia nel 1869, a tre anni dalla firma del trattato di amicizia e commercio tra il Regno d’Italia e l’Impero giapponese, ratificato a Edo, l’odierna Tokyo. 
 
Come ai tempi della sua esposizione in Armeria alla fine dell’Ottocento, l’armatura è presentata in piedi insieme con l’indispensabile corredo del samurai, la spada lunga (katana), simbolo dell’onore e del ruolo sociale del samurai. 
 
La preziosa armatura è formata da diverse parti - elmo, maschera, corazza con spallacci, bracciali, scarsella, cosciali, schinieri, pantaloni e calzature - tutte caratteristiche della tradizione militare giapponese tra XII e XIX secolo, che garantiva al samurai, di rango elevato, la libertà di movimento necessaria per le battaglie. 
 
L’esposizione di questa armatura restaurata fa parte degli eventi legati alle celebrazioni ufficiali per il 150° anniversario delle relazioni tra Giappone e Italia, avviate con il Trattato di Amicizia e di Commercio firmato il 25 agosto 1866.
 
 
 
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