PANORAMA POLITICO

autore: 
Giancarlo Vittucci Righini

Secondo quando avevamo auspicato fin dal nostro numero di febbraio e ripetuto in seguito, si è arrivati finalmente ad un governo di larghe intese costituito da PD, PDL e Intesa per l’Italia.
Chi non se ne voleva dare per inteso, vale a dire Pierluigi Bersani, ha visto crollare tutte le proprie speranze di diventare Presidente del Consiglio in quanto segretario e leader del PD, partito di maggioranza (molto) relativa.

Grazie ad appena uno 0,50% in più, pari a meno di 150.000 voti, in base alla legge detta “porcellum” la lista delle sinistre (PD + SEL di Vendola) ha ottenuto il 55% dei seggi alla Camera dei Deputati.

Invece al Senato dove si votava con un sistema diverso, il numero dei seggi di PD e SEL superava di poche unità quello del centrodestra.

I disperati tentativi di Bersani di giungere ad un accordo con il Movimento 5 Stelle di Grillo e compagni è miseramente fallito, così come è fallito il duplice tentativo di eleggere presidente della repubblica prima Marini e poi Prodi a causa di troppi franchi tiratori nelle liste del PD.
A questo punto grazie anche all’appoggio determinante del solito Berlusconi, Napolitano è stato forzato ad accettare la rielezione, cosa mai avvenuta in precedenza.

Il Capo dello Stato che, come abbiamo già riconosciuto altre volte, pur avendo un’origine comunista, ha continuato a tenere un comportamento non fazioso bensì responsabile, dopo aver conferito con i capi dei vari partiti, ha affidato l’incarico al vicepresidente dimissionario del PD Enrico Letta, un politico ancora giovane proveniente dalla sinistra democristiana, il quale in un batter d’occhio è riuscito a costituire un governo con esponenti provenienti dal PD, dal PDL e da Intesa per l’Italia, che ha ottenuto una solida maggioranza in entrambi i rami del Parlamento.

Si temeva in particolare l’ostruzionismo dell’ala più estrema del PD, costituita dai veterocomunisti di marca bersaniana e dai cattocomuisti alla Bindi, che si sono dovuti rassegnare di fronte al pericolo di una scissione ed a quello altrettanto insidioso di uno scioglimento delle Camere. 

Tuttavia l’appoggio di costoro è da ritenere provvisorio e condizionato, tanto è vero che nessuno dei big del PD, da D’Alema a Renzi, da Marini a Prodi alla Bindi fa parte del governo; anzi quest’ultima che è nota per essere “più bella che intelligente” secondo la definizione di Sgarbi, ha auspicato “Un governo di scopo del Presidente, ma con bassa caratura politica delle figure che ne fanno parte” (La Stampa - 25 aprile).

Il centrodestra ha ottenuto un importante riconoscimento con la nomina a Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Interni di Angelino Alfano, segretario del PDL e braccio destro di Berlusconi (al suo posto o addirittura a quello di Letta avrebbe potuto esserci il trombato Fini se si fosse comportato con maggiore coerenza e lealtà); altri ministeri importanti alla radicale abortista Bonino (Esteri) a Mauro ex PDL ora Intesa per l’Italia (Difesa), al Prefetto Cancellieri (Giustizia), al tecnico Saccomanni (Economia), al PDL Quagliariello (Riforme), alla PD nata in Congo Kienge (Integrazione), alla PD Carrozza (Istruzione).

Il compito del neo presidente del Consiglio è tutt’altro che facile; dovrà contemperare le esigenze della sinistra: aiuti alle categorie più colpite dalla crisi (esodati, disoccupati, ecc.), e del centrodestra (riduzione della pressione fiscale, soppressione dell’Imu sulla prima casa, sostegno alle aziende che assumono nuovi dipendenti, ecc.).

Dovrà anche guardarsi dalle insidie provenienti dalle ali più estremiste dei due maggiori partiti PD e PDL che attualmente lo sostengono e che non vedono l’ora di trovarsi nuovamente l’una contro l’altra. 

Dai sondaggi risulta che ove si tornasse a votare il centro-destra si ritroverebbe ad essere di gran lunga il primo partito, mentre le sinistre sconterebbero il malumore del loro elettorato e si frammenterebbero.

Quanto al Movimento 5 Stelle riteniamo che abbia raggiunto il suo apice in occasione delle elezioni politiche, e che come avevamo previsto il suo riflusso sia già iniziato perché i suoi dirigenti hanno dimostrato abbondantemente di meritare la definizione di “dilettanti allo sbaraglio” che non sanno quello che vogliono ma lo vogliono subito.

Infine una breve riflessione: i mal di pancia dei capi del PD ed il disorientamento degli elettori di sinistra sono giustificati dalla politica fin qui seguita.

Da venti anni attaccano con violenza e con ogni mezzo l’On. Berlusconi accusandolo di rappresentare il male assoluto, di connivenza con la criminalità organizzata, di mastodontica evasione fiscale, di amoralità e chi più ne ha più ne metta; asserivano che i suoi eletti ed elettori erano “impresentabili” che mai e poi mai si sarebbero abbassati ad un accordo con loro e poi alla fine in pochi giorni hanno dovuto rimangiarsi tutto.

Resta il fatto che ancora una volta il Cavaliere - che sembrava ormai destinato ad una fine ingloriosa preconizzata dalla quasi totalità dei mass-media, compresi quelli sedicenti indipendenti italiani e stranieri, e propiziata da una serie di disavventure giudiziarie - è riuscito a risalire la china ed ottenere un risultato elettorale valido, oltre che imprevedibile, a giocare con abilità le sue carte, sconfiggendo i suoi più feroci avversari che facendosi forti del loro numero si preparavano ad insediarsi alla Presidenza del Consiglio ed a quella della repubblica per dagli la mazzata finale. 

 

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