CHE PENA CI FANNO!

autore: 
Roberto Vittucci Righini

IL POPOLO TIRA LA CINGHIA E VIENE TARTASSATO PER TENTAR DI RIMEDIARE AGLI ERRORI ED AGLI SPERPERI IN BUONA PARTE IMPUTABILI AI POLITICI I QUALI POVERETTI SONO, CONTROVOGLIA E SENZA POSSIBILITÀ DI SCAMPO, COSTRETTI AD INCASSARE!

“Caro Direttore.

In relazione all’articolo sulle pensioni d’oro apparso ieri sul Suo giornale, mi permetta di precisare quanto segue.

Quando, nella trasmissione Otto e Mezzo, mi venne chiesto da Lilli Gruber come rispondevo a chi mi chiedeva di ridurmi la pensione (che al netto comunque è la metà del lordo, il che non sempre è reso chiaro da chi ne scrive), risposi che non capivo la domanda, non per tracotanza,ma per la semplice e banale ragione che sono ormai un privato cittadino e non ho quindi alcun potere né sulla mia, né su altre pensioni”.

Così inizia la lettera pubblicata sotto il titolo Amato: “Non ho poteri sulla mia o su altre pensioni”, inviata al quotidiano “La Stampa” dall’On. Giuliano Amato, in risposta ad articolo sulle “Pensioni d’oro”,nel quale era scritto “Giuliano Amato invece cumula 22.048 euro mese dall’Inpdap coi 9.363 che da il Parlamento”.

L’On. Amato, già o forse ancora socialista, già Presidente del Consiglio, Ministro del Tesoro, Ministro degli Interni e Presidente dell’Antitrust, attuale Presidente della Treccani, è uno dei tanti parlamentari in servizio o in pensione che si sono arroccati di fronte ai dettami della legge che “impediscono” loro di ridursi la pensione.

Noi, invece,pensiamo che ancora oggi basterebbe un formale atto di rinuncia che con la Monarchia era possibile come risulta dalla riprodotta lettera di “Accettazione della rinunzia a favore delle Finanze della pensione di L. 600 durante l’attuale Guerra contro gli Austriaci”, inviata dal Ministero delle Finanze, Segretariato Generale, Divisione Contabilità Centrale e Pensioni, Ufficio Pensioni, al Cav. Angelo Solaro di Monasterolo, Capitano di Cavalleria in riforma (per inciso, mio Bisnonno), lettera trascritta a seguito per facilitarne la lettura essendosi sbiadito l’inchiostro a causa del tempo trascorso.

“Torino, addì 14 Maggio 1859.

Pervenne a questo Ministero il foglio del 12 corrente mese col quale il Sig. Cav. Angelo Solaro di Monasterolo Capitano di Cavalleria in riforma rinunziò spontaneamente a favore delle Finanze dello Stato a far tempo dal 1° Gennaio ultimo scorso e per tutto il tempo in cui durerà l’attuale Guerra contro gli Austriaci alla pensione di L. 600 di cui è provvisto sul Bilancio delle Finanze stesse.

Il Ministro delle Finanze nell’atto che porge al Sig. Cav. Solaro di Monasterolo distinti ringraziamenti persiffatta generosa offerta, lo rende consapevole che venne la medesima con senso di riconoscenza accettata dal Governo.

p. Il Ministro.
F.to Ortano”.

È pur vero che nel 1859 con Casa Savoia si combatteva per dare agli Italiani una Patria, ma oggi si paventa se non una sconfitta sul campo, una disfatta economica.

Con la Monarchia si pensava al bene comune, oggi si tende a non perdere prebende e vantaggi facendo ricorso alle giustificazioni più inverosimili.

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