POPOLO SOVRANO?

autore: 
Roberto Vittucci Righini

È vietato rubare ma è lecito prendere la roba degli altri; più che sembrare, è proprio un controsenso ma è esattamente quello che è capitato con i sudati soldi versati con le tasse dagli Italiani, che un referendum del 1993 stabilì non dovessero venir dati a finanziamento dei partiti politici.

Naturalmente della decisione assunta con larghissima maggioranza dal “Popolo sovrano”, la casta dei politici fece strame.

I nuovi “democratici” padroni dell’Italia si limitarono a mutare immediatamente la voce finanziamento ai partiti in contributo per le spese elettorali pari a 1.600 lire per italiano, compresi quelli privi di diritto al voto (aprile 1993, governo Amato), poi in 4 per mille a favore dei partiti (1997, governo Prodi), quindi un rimborso delle spese elettorali con aumento da 1.600 a 4.000 lire per iscritto alle liste elettorali della Camera (1999, governo D’Alema), e, ancora, con passaggio dalle 4.000 lire a 5 euro (2002, governo Berlusconi), per arrivare alla legge 5122 (2006, governo Berlusconi) con la quale è stabilito che l’erogazione sia dovuta per tutti i 5 anni di legislatura, indipendentemente dalla sua durata effettiva.

Il furto legale diventa così completo; non solo si continuano a finanziare partiti scomparsi (come “La Margherita” passata a miglior vita nel 2007 ma ben esistente nell’incassare milioni e milioni di euro a tutto il 2011, anche se poi non sapendo come spenderli se li fa soffiare dal suo tesoriere), ma la sovrapposizione tra i contributi della legislatura 2006-2011 e quelli della legislatura 2008-2013 fa salire a somme astronomiche i cosiddetti “rimborsi elettorali”.


Grazie all’accordo compatto dei partiti (quando si tratta di mangiare non esistono destra, sinistra e centro, e la reciproca solidarietà è totale) dalle elezioni politiche del 1994 a quelle del 2008 i partiti hanno ingoiato 2.253.612.233,79 euro a fronte di spese dichiarate di 468.876.652,64 euro.

La Corte dei Conti ha accertato che dal 1993 ad oggi il finanziamento pubblico dei partiti è aumentato del 600%.


Naturalmente agli importi di cui sopra, vanno aggiunte le centinaia di ulteriori milioni incassati per contributi ai giornali di partito, anche a prescindere dalle somme che ricevono attraverso Fondazioni e finanziamenti privati.


È tale la massa di denaro incamerata dai partiti che non devono destare sensazione né le sottrazioni di milioni di euro operate dal “tesoriere” Lusi che ha sfogliato i petali della “Margherita”, né le proprietà immobiliari possedute dai partiti all’estero, si tratti di Montecarlo o della Tanzania, che ci portano a sperare che prima o poi talune di esse si trasformino da case delle vacanze in residenze permanenti di tanti, troppi politici italiani che vorremmo andassero a fare danni altrove.

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