COMUNISMO

autore: 
italia reale

PERSECUZIONE NEI CONFRONTI DEL NIPOTE
DEL CARD. SLIPYJ

Il ventottenne Anatoly Slipyj, pronipote di quel Cardinale Josef Slipyj (1892-1984) che fu prigioniero per diciotto anni nei gulag sovietici, si trova attualmente rifugiato in Italia, dopo essere stato incarcerato, torturato e picchiato.
E’ questa l’accusa che lancia un gruppo di senatori, attraverso un’interrogazione presentata al ministro degli Esteri, Franco Frattini e al ministro della Giustizia,Angelino
Alfano.

I parlamentari interroganti assicurano che il signor Slipyj è “vittima di una persecuzione di carattere giudiziario nel suo Paese di provenienza, l’Ucraina” e ciò probabilmente solo “perché Anatoly Slipyj è l’unico discendente maschio del cardinale Josyf Slipyj”; il coraggioso testimone della Chiesa cattolica e figura di spicco della resistenza ucraina considerato dal regime d’allora la personificazione dell’opposizione al sistema.

“E’ in atto una procedura giurisdizionale qui in Italia attivata su richiesta del governo ucraino, il quale chiede l’estradizione di Anatoly Slipyj per l’esistenza di un procedimento penale a suo carico”, informano i senatori.
Ma,“per quanto risulta, la domanda di estradizione sembra fondarsi su elementi oltremodo fumosi e generici sospetti, in relazione ai quali non vengono allegati i dovuti elementi di prove a carico”
(www.zenit.org, 5 marzo 2010).

In Ucraina, il signor Slipyj, arrestato due volte, “è stato sottoposto ad un durissimo regime di detenzione, evidentemente finalizzato ad ottenere una confessione”.
Benché sia riuscito a rifugiarsi in Italia, pende su di lui un mandato di cattura internazionale e la richiesta di estradizione da parte del governo ucraino.

E poiché “esiste il rischio obiettivo che lo Slipyj, se estradato, possa essere fatto oggetto di persecuzioni dovute a motivi politico/religiosi”, i senatori chiedono di sapere “quali iniziative urgenti di competenza i ministri in indirizzo intendano assumere per impedire che sia dato corso all’estradizione del signor Anatoly Slipyj”.
E chiedono anche “se non prevedano, per l’immediato, di attivarsi presso le competenti autorità centrali ucraine, affinché recedano dalle azioni intraprese”.

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