PANORAMA INTERNAZIONALE

autore: 
Giancarli Vittucci Righini

Il nuovo anno si apre con un inasprimento della lotta contro il terrorismo internazionale.

Il Presidente degli Stati Uniti Barak Obama, recentissimo Nobel per pace, si è visto costretto emulare la politica del tanto contestato G.Bush, sollevando proteste da parte dei suoi sostenitori.
Ancora una volta la sinistra democratica americana, cosiddetta “liberal”, quale si era illusa sostenendo Obama di ottenere in un batter d’occhio il ritiro delle truppe da Iraq ed Afghanistan, ha dovuto prendere atto del fatto che una cosa sono le promesse elettorali ed un’altra le esigenze della politica.

Mentre il ritiro dei contingenti USA dall’Iraq procede a rilento, altre decine di migliaia di militari saranno inviati per combattere i talebani, cui attività in tempi recenti si è notevolmente intensificata.

Ma non basta. Si sta aprendo un altro fronte di guerra nello Yemen, dove Al Kaida, la maggior organizzazione terroristica a livello mondiale, ha addirittura delle basi per l’addestramento di attentatori suicidi.
E pare che queste basi siano entrate in contatto con le milizie islamiche somale.
Oltre ai rinforzi americani giungeranno prossimamente in Afghanistan truppe di altre Nazioni, tra le quali l’Italia.

Vi è inoltre il problema sempre più grave dei pirati somali che a bordo di piccole imbarcazioni aggrediscono quotidianamente le navi di passaggio.
Non si comprende perché la flotta costituita da numerose navi da guerra di parecchie Nazioni tra le quali l’Italia anziché limitarsi ad intervenire in soccorso delle navi aggredite non si decida una buona volta ad attaccare i pirati e ad annientarli.


Evidentemente vi sono dei problemi di carattere politico, ma è chiaro che con i pirati così come con in terroristi non esistono vie di mezzo.
Proseguono intanto numerosi conflitti dei quali non si parla mai perché non fanno notizia.
In Sudan è ripresa la guerriglia contro il governo islamico che vuole imporre la sharia alle popolazioni cristiane ed animiste del Sud.
In Svizzera in un referendum, con grande scandalo dei soliti laici progressisti e democratici la maggioranza ha votato contro la costruzione di minareti.

Direi però che il problema va ben oltre quello dei minareti. In Europa i musulmani sono rispettati, possono riunirsi liberamente per pregare, elevare moschee e via dicendo.
Nelle loro Nazioni invece, fatte alcune eccezioni, il trattamento riservato ai cristiani è ben diverso.

Non possono erigere chiese, né riunirsi a pregare, né esibire simboli religiosi. Per il musulmano che cambia religione è prevista la pena di morte.

In Arabia Saudita per esempio non è possibile seppellire i cristiani.
E allora ci sia consentito di rilevare che un simile stato di cose non è tollerabile.
Occorre affermare una volta per tutte il principio della reciprocità.

Massimo rispetto per le religioni altrui. Abbiamo sempre deprecato le vignette che ridicolizzavano od offendevano Allah e Maometto; vorremmo lo stesso rispetto per la nostra religione e per tutti i cristiani negli Stati musulmani.

Dobbiamo anche riconoscere che questa intollerabile situazione è in buona parte addebitabile a questo nostro Occidente degenerato, unicamente preoccupato di fare affari, spesso intento a demolire le nostre tradizioni.

Ricordiamo a questo proposito la recente aberrante disposizione europea che impone la rimozione del crocifisso dai luoghi pubblici. Si tratta di un provvedimento che non ha alcuna giustificazione, parto di cervelli malati in combutta con miscredenti che sanno esattamente quello che vogliono, cioè scristianizzare la nostra civiltà, indebolirla fino a
distruggerla.

Ma tutti gli eccessi alla fine provocano una giusta reazione. Infatti in quasi tutti gli Stati Europei sono sorti partiti e movimenti tradizionalisti, decisi a contrastare questo incredibile andazzo. Anche la possibilità che la Turchia possa entrare a far parte dell’U.E. diventa sempre più remota.

Infine una nota umoristica.
Il Sindaco di una città turca ha chiesto che l’Italia restituisca il corpo di S. Nicola di Bari, venerato da cattolici ed ortodossi, … perché sarebbe Babbo Natale!


Da riprovare nel modo più fermo l’ostilità manifestata da parte di esponenti della comunità ebraica sia in Italia che all’estero contro la decisione della Santa Sede di proseguire l’attività canonica per la beatificazione di S.S. Pio XII, al secolo Papa Eugenio Pacelli. A parte il fatto che si tratta di un’inammissibile ingerenza in questioni di esclusiva pertinenza della Chiesa Cattolica Apostolica Romana, tutti costoro ignorano volutamente che proprio grazie alle direttive del Sommo Pontefice allora regnante, in tutta l’Europa decine di migliaia di ebrei trovarono rifugio e protezione presso conventi e parrocchie;
tanto è vero che l’allora rabbino capo di Roma, Israel Zolli, si convertì al cattolicesimo e all’atto del battesimo prese il nome di Eugenio come forma di devozione e ringraziamento per S.S. Eugenio Pacelli.

Simili comportamenti reiterati nel tempo da parte di taluni fanatici, possono a lungo andare provocare reazioni di segno contrario.

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