VIVA V.E.R.D.I.

autore: 
Roberto Vittucci Righini

VIVA VITTORIO EMANUELE RE D’ITALIA

Il gruppo universitario Monarchico di Torino che negli anni ’50 rappresentava una seria realtà e che concorreva con ottimi risultati alle elezioni annuali dell’Interfacoltà, vale a dire del Parlamentino universitario, si chiamava “Viva V.e.r.d.i.” con chiaro riferimento a Vittorio Emanuele, Re D’Italia e con l’altrettanto chiaro auspicio di vedere in avvenire il Principe Vittorio Emanuele non solo rientrato dall’esilio, ma altresì insediato al Quirinale.


Il gruppo monarchico era particolarmente forte a Giurisprudenza ed Economia, ma vantava eletti anche in altre Facoltà.


Personalmente venni eletto insieme a mio fratello Giancarlo 4 anni consecutivi e così durante tutta la mia permanenza all’Università; un anno venni eletto oltre che a Giurisprudenza anche a Magistero e il quotidiano “La Stampa” pubblicò che noi fratelli eravamo stati eletti in tre e accanto a Giancarlo e Roberto comparve inaspettato un inesistente fratello Alberto.


L’Interfacoltà aveva come gruppo più forte i cattolici della “Intesa”, seguiti dagli aderenti alla sinistra dell’ “Ugi - Unione goliardica italiana”; il “Viva V.e.r.d.i.” veniva terzo, seguito a distanza dal “Fuan” (giovani del MSI) e da “Goliardia indipendente”.


Il Parlamentino universitario era sede di lunghe discussioni su argomenti che riguardavano le varie Facoltà e ricordo in particolare gli interventi per l’Intesa di Guido Bodrato, che sarà poi deputato e ministro DC e, tra i monarchici, quelli di Bepi Dondona che sarà poi a lungo assessore (purtroppo non monarchico) di Torino e di Giorgio Brinatti.


Ogni due anni all’Interfacoltà venivano eletti i delegati ai Congressi Nazionali dell’Unuri vale a dire dell’ Unione nazionale universitaria rappresentativa italiana, che nel 1957 si svolsero a Rimini e nel 1959 a Cattolica.
Capogruppo del Viva V.e.r.d.i., venni eletto delegato ad entrambi tali Congressi e di essi ricordo in particolare due momenti.

A Rimini avevo preso la parola all’inizio allorché doveva venir costituita la tavola della Presidenza del Congresso, rivendicando per i Monarchici (eravamo circa 15 provenienti da tutta Italia) un posto nella Presidenza stessa e tale mia richiesta era stata accolta dalla carica di un’orda di delegati di sinistra intenzionati a malmenarmi.


Per difendermi ricorsi al lancio dal palco ove mi trovavo dei vasi di fiori che lo adornavano e oltre a respingere così l’assalto stesso, imparai che allorché si lancia un vaso di fiori prima arriva il contenitore in terracotta o similare, seguito a breve distanza dal contenuto,
vale a dire terra e piantina.



Del Congresso di Cattolica invece, ho piena memoria di uno dei due brutali pestaggi ai quali venni sottoposto nell’epoca universitaria: un folto gruppo di sinistra aveva intonato una canzone insultante Re Umberto II e del gruppetto monarchico formato da una dozzina di delegati, l’unico che reagì scagliandosi contro i provocatori fui io.
Risultato: venni riempito di botte.

Ad un certo momento ebbi faccia e collo avvolti dalle braccia di uno che ritenni volesse strozzarmi per cui lo morsi ferocemente sentendo la sua voce che mi diceva “stai buono perché ti sto salvando la faccia”; si trattava in effetti di un universitario di sinistra che rendendosi conto della brutalità del pestaggio in atto (subito dopo venni preso anche a calci nelle gambe con rottura della pelle con conseguenti vasti ematomi) mi evitò peggiori conseguenze al viso.

La storia però non finì lì perché mi erano rimaste chiaramente impresse le sembianze di quello tra i pestatori che mentre avevo le braccia immobilizzate da altri, piazzato di fronte mi colpiva con reiterati pugni in faccia; ripresomi dopo anche aver bevuto un paio di bicchierini di cognac andai alla ricerca di tale individuo al quale sferrai uno dei più efficaci pugni che abbia dato in vita mia, a seguito del quale venne scaraventato a terra con il naso sanguinante.

E’ pur vero che in conseguenza di ciò venni sottoposto ad una seconda battitura, ma la soddisfazione di quel doveroso e ben assestato pugno me la porto dietro da 50 anni.


Questo era il clima politico dei giovani in quegli anni, con passioni che portavano anche a scontri fisici, nei quali però mai spuntavano coltelli o bastoni.
L’Unuri che era sorta nel 1949 scomparve poi con il “radioso” 1968, mentre il Viva V.e.r.d.i. sopravvisse grazie all’Alleanza Monarchica sino agli anni ’90.


Oggi la situazione è decisamente cambiata, i giovani hanno meno ideali e si appassionano meno alla politica, anche se numerosi sono quelli che le si rivolgono nella speranza di trarne vantaggi personali; a ciò si aggiunga che la brutalità che 50 o 60 anni addietro rappresentava un’eccezione, è diventata una regola con conseguenze a volta anche mortali.


L’imbarbarimento della politica è d’altra parte di tutta evidenza negli atteggiamenti e nei comportamenti anche di buona parte dei parlamentari nazionali, ormai usi insultarsi in modo ignobile ed usare non raramente il turpiloquio quale forma di discussione e di polemica.

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