L’EGEMONIA AMERICANA

autore: 
Maurizio Caterino

Da quando gli USA misero a segno le loro prime mire egemoniche si preoccuparono innanzitutto di eliminare tutte le Monarchie che incontravano durante la loro inarrestabile marcia imperialista.

Questo per diversi motivi, il primo riconducibile, senza dubbio, alla stessa natura puritana dei Padri Pellegrini fortemente antinglese, anticattolica, antipapista e, quindi, antimonarchica per eccellenza (vedi per esempio il film Un Re a New York di C. Chaplin).

I Padri Pellegrini si ritenevano i giusti, gli eletti da Dio e puntavano alla realizzazione di una società utopica fondata su di una ideologia biblica calvinista e puritana di stampo fondamentalistico e fortemente intrisa di patriottismo.

Questa ideologia, per molti aspetti ancora in auge in molti settori della società americana, tuttora pervasa da un epico millenarismo e da una acuta tensione apocalittica, presente soprattutto in moltissime sette religiose, operò per un definitivo distacco dalla Madre Patria inglese attraverso proprio la delegittimazione del potere regale, l’unico monarca legittimo era per loro il Re dei Cieli.

Tuttavia, con la proclamazione dell’indipendenza, la carica di Presidente delle ex colonie era, allora come ora, assimilabile almeno per alcuni aspetti positivi, pochi in verità, a quella di un Monarca elettivo, tanto che addirittura il vice-presidente dell’epoca John
Adams propose che al Presidente fosse attribuito il titolo di Sua Altezza.

Iniziò poi, con l’indipendenza, la conquista dell’Ovest, procedendo senza alcuna pietà nello sterminio dei nativi amerindi, mentre vigeva di fatto e di diritto la schiavitù nei confronti degli afroamericani e di altre minoranze etniche ritenute inferiori.

Dopo alcuni anni iniziò la fase di espansione delineata dalla cosiddetta dottrina Monroe, dal nome di un Presidente, che preconizzava il controllo politico ed economico dell’intero continente americano, in special modo delle colonie spagnole che nel giro di un secolo passarono dalla Spagna nella sfera di interessi americana. Gli USA, infatti, non furono estranei alla triste sorte di Massimiliano Imperatore del Messico.

La guerra contro la Spagna fu caratterizzata da una forte dose di propaganda antimonarchica ed anticattolica e dalla presunzione di essere, l’America, l’unica Nazione al mondo custode di una grande civiltà e investita di una straordinaria missione salvifica. Per gli USA agli albori della prima guerra mondiale gli Imperi del Giappone e di Germania erano considerati barbari.

Forse non fu solo una coincidenza, ma proprio in America pullulavano circoli anarchici da cui partivano biechi individui per destabilizzare l’Europa con i loro truci delitti, e distogliere così l’attenzione dalla conquista delle Colonie spagnole. L’assassinio di Umberto I si potrebbe collocare proprio in questo contesto.

Terminata la conquista dell’intero Continente americano, gli USA avevano necessità di acquisire nuovi mercati. Di qui l’interesse ad entrare ad ogni costo nella Grande Guerra.

Secondo alcuni autori lo stesso Mussolini, che all’inizio delle ostilità era neutralista divenne improvvisamente interventista, perché forse finanziato occultamente dagli USA
tramite la Francia, allo scopo di spingere l’Italia ad entrare in guerra ed allargare così il conflitto. Per alcuni circoli culturali americani le cause della guerra erano da ricercare nella persistenza in Europa delle monarchie, istituzioni, a loro dire, sostanzialmente militariste ed antidemocratiche.

In effetti gli USA fecero di tutto, riuscendoci egregiamente, per prolungare ed allargare la conflagrazione, facendo abortire ogni tentativo di risoluzione bonaria, portando la Russia al collasso e poi alla rivoluzione, trascinando il Regno Unito in una immensa voragine di debiti, annichilendo e destabilizzando la Germania ( di qui la nascita del Nazismo), disintegrando l’Impero Austro - Ungarico e dissolvendo l’Impero della Sublime
Porta, mentre all’Italia vittoriosa veniva riservato un contentino (tanto che si parlò di vittoria mutilata).

Nel contempo fu creato artificiosamente il multietnico Regno di Yugoslavia, foriero di tanti guai per l’Europa. Era evidente cheWilson voleva la grande Serbia in funzione antiitaliana. Furono così stabilite le premesse per una futura destabilizzazione dell’area balcanica. Altrimenti come si potrebbe spiegare l’attuale guerra dei Balcani, martoriata penisola diventata ora un protettorato americano?

Come si evince da questa limitata narrazione, in Europa furono costituite ad arte tutte le premesse per il secondo conflitto mondiale, non solo, gli USA crearono anche i presupposti
per una ingerenza massiccia nel continente europeo ed asiatico e posero le basi della attuale globalizzazione.

Abolire le monarchie quando possibile, creare stati o governi fantoccio compiacenti, docili ai propri interessi, liberalizzare i mercati solo a proprio vantaggio, questa sarà ancora la strategia degli USA durante e dopo laseconda guerra mondiale, strategia sempre attuale!

La leadership americana pesantemente condizionata dalle multinazionali degli armamenti fece di tutto per provocare il Giappone, che alla fine cadde nella trappola ed attaccò a Pearl Harbour. Quando le sorti della guerra erano ormai decise nonostante l’Imperatore
volesse la pace furono scagliate le bombe atomiche destinate in verità a far tremare la Russia e il mondo intero.

Era la prima attuazione della teoria della cosiddetta guerra preventiva. Stesso copione in occasione del bombardamento di Dresda. Era l’inizio della guerra fredda non dichiarata dagli USA alla Russia, ancora alleata per la conquista del Pacifico e dell’Europa! Mentre
per le Nazioni vinte (Italia compresa) a conflitto quasi concluso si chiedeva ancora la resa senza condizioni, come precedentemente stabilito a Casablanca!

Al termine della guerra l’America aveva superato la recessione e la grande crisi, tanto che la sua economia navigava a gonfie vele. Ora come allora si pretende di ricorrere alla
guerra nei momenti di crisi economica.

Gli USA danneggiarono, forse di proposito, pesantemente l’Italia quando sbarcarono inutilmente in Sicilia, e poi soprattutto quando resero noto anzitempo l’armistizio di Cassibile (stipulato il 3 Settembre del 1943 dal Generale Castellano con le Potenze belligeranti eccetto che con la Russia), cogliendo di sorpresa il Re ed il Governo e costringendoli ad allontanarsi da Roma in maniera alquanto improvvisata e precipitosa per salvare lo Stato, favorendo nel caos successivo la fuga di Mussolini e la nascita della
Repubblica di Salò.

Furono così poste le premesse della guerra civile e fissati i presupposti della Guerra Fredda, in quanto la Russia vedendosi esclusa dalle trattative dell’armistizio, praticamente tradita con questo voltafaccia dai suoi stessi Amici ed Alleati, fu costretta a riconoscere il principio che alle Nazioni conquistate doveva essere imposto il regime di proprio gradimento, principio di fatto sancito dagli USA. Di qui l’abolizione di molte monarchie in Europa (oltre a quelle già eliminate dopo la Grande Guerra) e poi nel resto del mondo.

E’ evidente che la Monarchia possiede un particolare carisma, una arcana simbologia, costituisce un’imprescindibile garanzia e sicuro punto di riferimento per i popoli. Una volta abbattuta l’Istituzione monarchica, per mezzo di congiure o manu militari con il falso scopo di liberare i popoli, de facto questi venivano privati della propria indipendenza, dovendo subire elezioni truccate o condizionate per garantire il potere a governanti filoamericani o filosovietici.

Per questi motivi la monarchia rappresentava per i vincitori (cosiddetti liberatori!) un ostacolo insormontabile, di qui le campagne di delegittimazione, le accuse di collaborazionismo o di autoritarismo. In alcuni casi si procedette anche con l’eliminazione violenta o illegale di legittimi Sovrani. In Italia nell’ultima guerra la lentissima avanzata degli Alleati e il loro inutili bombardamenti che puntavano a demoralizzare le popolazioni civili per suscitare marasma sociale, sconquassarono la Nazione provocando rovine al patrimonio artistico ed economico.

Si voleva una guerra lunga con molteplici devastazioni per arrivare prima da eroi e poi da
salvatori col piano Marshall, al fine di assorbire le produzioni americane e meglio assoggettare le Nazioni conquistate, per imporre il proprio stile di vita improntato all’edonismo e al consumismo più sfrenato.

All’abolizione della Monarchia in Italia e in molti Stati europei seguirono altri: Iraq, Grecia, Egitto, Iran, Libia, Etiopia, Yemen e alcuni stati dell’Indocina a seguito dell’intervento americano in quella area.

In Afghanistan è ritornato il Re acclamato da tutti gli Afghani, ma inspiegabilmente
privo dei suoi poteri regali, perché l’Afghanistan è sotto il controllo dei petrolieri
americani. Mentre paradossalmente il principio monarchico sembra affiorare subdolamente e
cripticamente per una sorta di oscura nemesi storica, proprio negli USA con dinastie presidenziali come i Kennedy, i Bush, e prima ancora i Rooselvelt. Insomma la strategia degli USA (governati di fatto da una oligarchia di plutocrati) era ed è ancora quella
di destabilizzare, approfittando del terrorismo o impiegando altri subdoli sistemi, per poi avere il pretesto demiurgico, in nome di nobili ideali (la lotta infinita contro l’asse del male, la biblica Armageddon) di intervenire militarmente per distruggere e poi ricostruire arricchendosi, assumendo il controllo del territorio ed instaurando regimi spesso autoritari o tirannici.

Per questi motivi non è affatto da scartare la tesi alquanto ardita che l’attacco alle torri gemelle dell’ 11 settembre sia stato in un certo qual modo orchestrato per giustificare prima la guerra in Afghanistan (peraltro già preparata) poi quella in Irak e
poi…...altre che sicuramente verranno!

Questo perchè il Council on Foreign Relations americano sin dagli anni trenta aveva elaborato le direttive principali dello sviluppo economico e il 24 luglio 1941 in un memorandum fu concepito il principio di area vitale cioè la parte del mondo che gli USA dovevano dominare economicamente e militarmente per garantire alle industrie il fabbisogno di materie prime e di mercati ed ora mutatis mutandis di assicurarsi il dominio assoluto del mondo in vista dell’imminente risveglio del gigante cinese.

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