CIVETTE NELLA GIUNGLA

autore: 
Renzo Giraudo Bes

Nella giungla che è diventata la politica italiana adesso sono spuntate anche le civette. Non si tratta, come si potrebbe forse credere di un nuovo partito che si affianca alle querce, alle margherite, ai somari, ai girasoli, eccetera. Si tratta di liste pirata che servono per falsare il voto degli Italiani ancor più di quanto sia già dalla legge elettorale vigente.

Ma andiamo per ordine. La legge elettorale con la quale abbiamo votato l'ultima volta e con la quale andremo a votare questa primavera prevede l'elezione di tre quarti dei deputati con il metodo maggioritario e di un quarto con il metodo proporzionale. Diamo per scontato che almeno i lettori di "Italia reale" sappiano che cosa significa "maggioritario" e "proporzionale"; ma moltissimi italiani non lo sanno. Occupiamoci di quel 25 per cento di deputati che vengono eletti con il sistema proporzionale e diciamo subito che esso non è affatto proporzionale e non consente agli elettori di scegliersi il candidato preferito.

Per la scelta degli eletti è stato escogitato un marchingegno complicato, comprendente il cosiddetto "scorporo" (non tenteremo nemmeno di spiegarvelo: ci capiamo poco anche noi!), che è in sostanza un imbroglio legalizzato, il quale serve per falsare i risultati elettorali e per modificare la distribuzione dei seggi a vantaggio dei partiti che non hanno eletti, o ne hanno pochi, nei collegi uninominali. Ora, i partiti maggiori hanno inventato un metodo che consente loro di rubare qualche seggio agli altri: le cosiddette "liste civetta". Si tratta insomma di un imbroglio sull'imbroglio della quota "proporzionale".

Non ci perderemo in spiegazioni sulle liste civetta: si tratta di questioni strettamente tecniche, che solo gli specialisti dei partiti riescono a capire e sulle quali possono litigare per settimane senza concludere nulla, alla faccia del "popolo sovrano", che dalla disputa è rigorosamente escluso. Quello che ci interessa, invece, è il problema generale che già si intravvede nelle righe precedenti. Stiamo assistendo, ma molti non se ne accorgono nemmeno, alla progressiva degenerazione del sistema democratico in una giungla di norme che manipolano la volontà degli elettori (e in parte anche quella dei partiti) e che per di più possono essere aggirate dagli esperti di tecniche elettorali in modo da rendere ancora più aleatori i voti espressi. Il principio un uomo un voto, che dovrebbe essere la base della rappresentanza popolare, è ormai applicato solo nel senso che è ciascuno ha diritto di andare a votare; ma poi il suo voto può valere 1, zero o un valore intermedio qualsiasi a seconda delle circostanze; può andare a beneficio di qualcuno che non gode della sua fiducia e a danno del suo candidato preferito.

Le leggi arzigogolate spingono addirittura gli elettori a fare delle scelte non gradite e a votare per il meno peggio anziché per il meglio, per non favorire la parte che rappresenta il peggio in valore assoluto. Insomma la libertà di scelta degli elettori si va gradualmente restringendo e le scelte comunque espresse vengono stravolte dalle regole del gioco. Sappiamo bene che tutto ciò viene ufficialmente giustificato con esigenze apparentemente nobili: la stabilità del Governo, la necessità di creare in qualunque modo una maggioranza parlamentare e così via. Però bisogna allora avere il coraggio di dire che queste esigenze sono superiori e anche un po' in contrasto con i principi della democrazia (parola della quale ci si riempie continuamente la bocca) e con il principio fondante della nostra e di altre Costituzioni, secondo cui "la sovranità appartiene al Popolo".

Che sovranità è quella di un popolo che non può votare come vuole e che, quando vota, lancia il suo voto in un flipper senza comandi che solo per caso gli consentirà, se glielo consentirà, di fare dei punti? Si aggiunga poi l'imposizione di autentici dogmi di fede che non è lecito discutere, perchè viene negato ogni spazio a chi non li condivide, per cui il popolo "sovrano" non può farsene un'idea precisa. Così è stato per la moneta unica europea, così è oggi per il federalismo. Una democrazia così assomiglia sempre più ad un regime autoritario, sia pur ammorbidito. E il popolo sovrano appare sempre più succube di poteri tanto forti quanto oscuri. Forse sarebbe stato meglio essere sudditi, piuttosto che cittadini così.

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