ARRESTIAMOLI TUTTI

autore: 
Alfredo Turi

Nel mio articolo "Arrestiamoli tutti", pubblicato sul numero di Dicembre 2000 di "Italia reale", facevo il punto della situazione della viabilità stradale in Italia, evidenziando come la responsabilità di tanti incidenti e di tante morti fosse (non solo) dell'indisciplina degli automobilisti (da cui il titolo dell'articolo), ma anche dello stato precario in cui versano strade ed autostrade italiane.

Nemo profeta in Patria! Da un recente articolo dell'ottimo Dott. Enrico De Vita (da sempre dalla parte di chi guida) pubblicato su un noto mensile di automobilismo, apprendiamo che i Sigg.ri Pasquale Cialdini e Maurizio Coppo, funzionari ministeriali ed autori delle "Linee guida del Piano Nazionale per la Sicurezza Stradale", in una conferenza che risale all'anno scorso (e di cui non ero a conoscenza, non essendo io un "addetto ai lavori") hanno evidenziato come circa il 60% degli incidenti più gravi avviene su soli 1800 Km. di strade, a fronte di un totale di oltre 34Omila Km., e che su alcuni tratti il tasso di mortalità e di circa 50 volte superiore rispetto alla norma.

Insomma, secondo il loro studio, mentre c'è una convinzione diffusa, sia tra gli organi istituzionali che tra gli stessi automobilisti, che fa risalire, di norma, gli incidenti più gravi a cause “umane" e cioè ad una maggiore o minore prudenza e dimestichezza con la guida, ai comportamenti trasgressivi di particolari fasce sociali o d'età e via dicendo, in realtà i livelli di rischio maggiore sono concentrati su determinate situazioni territoriali ed infrastrutturali, dove il traffico, concentrato su brevi tratti, le condizioni dell'asfalto e delle barriere spartitraffico, il rapporto tra edifici e strade, ecc., risultano micidiali anche per il guidatore più esperto.

Quindi "eliminando" i 1800 km. incriminati si ridurrebbe il numero delle vittime di oltre il 40%! In seguito si evidenzia come particolari condizioni "aggravanti", quali nebbia, pioggia, uscita dalle discoteche, ecc., rappresentano solo il 20% delle cause di incidenti gravi (con feriti e/o morti), mentre il restante 80% è provocato da condizioni ordinarie. Ogni commento è superfluo.

Più avanti, nel citato articolo, il Dott. De Vita ha evidenziato un'assurdità legislativa che, ancora una volta, punisce gli automobilisti. Infatti, con la recente depenalizzazione di alcuni reati, si sono create delle situazioni di grave (e colpevole) incongruenza: se da una parte la fabbricazione di droghe è diventato un reato punibile con una sanzione amministrativa (solo L.800.000 di multa!) dall'altra la guida con patente scaduta, anche solo di 24 ore, prevede una sanzione di L.250.000, ma accompagnata dal sequestro giudiziario per due mesi (due mesi, 60 giorni!) dell'autovettura, anche se di proprietà di terzi, del datore di lavoro, oppure presa a nolo! Ora, non sarò certo io a giustificare le mancanze del prossimo, ma è tale la sproporzione tra il "reato" e la relativa "punizione" che, a quanto pare, numerosi agenti di polizia e carabinieri, così come tanti vigili urbani (spesso, ammettiamolo, colpevolizzati a torto da noi automobilisti per l'applicazione dileggi assurde che non sono certo state emanate da loro) ritengono "ripugnante" l'applicazione di questa norma e consigliano i malcapitati di parcheggiare e di mettersi in regola al più presto, così da non costringere altri colleghi a prendere i temuti provvedimenti (".. e si ricordi: io non ho mai controllato la sua patente"!).

Per fortuna pare che all'idiozia dei legislatori porrà rimedio un'iniziativa dell'Ing. Ciro Esposito, neo direttore della Motorizzazione Civile, il quale, preso atto che ogni anno scadono oltre 3 milioni di patenti e che, al ritmo di una sanzione ogni 10 guidatori, sarebbero state sequestrate circa 300.000 automobili, ha deciso, di sua spontanea volontà e mosso solo da senso d'altruismo degno del libro "Cuore", di inviare circa 250.000 lettere d'avviso di scadenza al mese (gratuite!) a partire da marzo, nelle quali gli automobilisti verranno invitati a mettersi in regola effettuando la visita medica. Nel frattempo al Senato è in fase di approvazione il nuovo Codice della Strada, già passato alla Camera, e che però, almeno nella bozza attuale, continua a scontentare più di qualche esperto (compreso il Dott. De Vita).

A questo punto che fare? Come ho scritto nel precedente articolo i monarchici non possono limitarsi ad evidenziare i (troppi) problemi che affliggono i cittadini italiani, ma devono proporre anche delle soluzioni, possibilmente di facile ed immediata attuazione. Innanzitutto occorrerebbe lo ribadisco ora anche con il conforto del parere di esperti, una seria politica di risanamento della rete viaria italiana la quale, purtroppo, necessita ditali e tanti interventi che lo stesso Berlusconi, che pure sembra animato da queste intenzioni, ha ammesso che non basterà l'arco di una sola legislatura a risolvere tutti i problemi. Bisognerebbe poi migliorare la sicurezza attiva e passiva delle automobili, obbligando i costruttori a provvedere di serie e da subito tutti i moderni dispositivi utili a questo fine (airbag, ABS, ESP e via dicendo); d'altra parte però bisogna anche mettere chi guida nelle condizioni di utilizzare al meglio il proprio veicolo quindi bisogna modificare gli attuali metodi di insegnamento delle scuole guida, introducendo lezioni pratiche di guida notturna, in autostrada ed in condizioni climatiche avverse (ovviamente ottenute artificialmente in pista e non certo aspettando le giornate di pioggia come alcuni fanno ora); l'educazione stradale nelle scuole deve essere affidata ad esperti e deve diventare una materia vera e propria da far studiare a tutti i ragazzi.

Le sanzioni per chi infrange la legge ovviamente devono rimanere, ma le punizioni conseguenti devono essere commisurate all'effettiva entità del reato, inoltre molte vecchie norme devono essere adeguate al traffico moderno o, al limite, eliminate (inutili, ad esempio, certi limiti di velocità troppo bassi: come è possibile procedere a 5 Km all'ora in presenza di lavori stradali quando nessuna vettura moderna dispone di una tachimetro che riesca a segnalare questa velocità? Il panorama, in verità, appare un po' sconfortante, ma molto si può e si deve fare e l'attuale legislatura non potrà certo risolvere nulla, con una maggioranza che su questo argomento, lo abbiamo visto, soffre al suo interno di inconciliabili divergenze di vedute. Quindi, anche per questi motivi, attendiamo il Governo che verrà.

anno: 
mesi: 
argomenti: