112° anniversario della nascita di Giovannino Guareschi

Omaggio a Giovannino Guareschi sempre fedele alla Patria e al Re

Oggi è il 112°anniversario della nascita di Giovannino Guareschi, nato il 1º maggio 1908 a Fontanelle di Roccabianca, e morto il 22 luglio 1968 a Cervia.
E' stato giornalista, umorista e caricaturista italiano ed uno degli scrittori italiani più venduti nel mondo: oltre 20 milioni di copie, nonché lo scrittore italiano più tradotto in assoluto. La sua creazione più nota, diventato anche una serie di film di gran successo, è Don Camillo, il parroco che ha come antagonista il sindaco comunista Peppone.
 
Dopo l'8 settembre rifiutandosi di combattere per la Repubblica Sociale, fu arrestato dai Tedeschi fu inviato nei campi di prigionia tedeschi prima in Polonia e poi in Germania dove rimase due anni con altri soldati italiani.
Terminata la guerra Guareschi fece ritorno in Italia e fondò la rivista indipendente con simpatie monarchiche, il «Candido, settimanale del sabato». 
 
Guareschi era un irriducibile monarchico e nel referendum istituzionale del 2 giugno 1946 sostenne apertamente la monarchia e denunciò i brogli che secondo lui avevano ribaltato l'esito del voto popolare.
 
Inoltre Guareschi disprezzava la militanza dei comunisti che, con una fede irrazionale, accettava qualunque diktat del partito, ed inventò la esilarante saga dei "Trinariciuti", ossia le persone pronti all’Obbedienza-cieca-pronta-assoluta che avevano bisogno di una terza narice per far uscire il fumo dal cervello.
Il PCI fu spaventato dal Candido che ridicolizzava i comunisti e la loro ottusità, e memorabile la famosa frase coniata da Guareschi per le elezioni politiche: “Nel segreto della cabina Dio ti vede, Stalin no!”. 
 
In seguito della pubblicazione sul “Candido” di due lettere attribuite a De Gasperi, in cui si invitavano gli americani a bombardare Roma, viene querelato dallo stesso De Gasperi. 
Il processo, sulla cui regolarità molto si può eccepire (le lettere, dichiarate false, non furono sottoposte a perizia calligrafica e non vennero ascoltati i testimoni a difesa) finì con una condanna a 12 mesi per diffamazione; Guareschi si rifiutò sia di proporre appello che di avanzare domanda di grazia e, fiero della sua onestà e buona fede, andò scontare la pena, a cui venne sommata la precedente condanna, 8 mesi con la condizionale, subita a seguito del processo apertosi per offese all’onore del Presidente della repubblica, Luigi Einaudi. 
Entrando in galera, disse: “Entro con la certezza che le lettere di De Gasperi siano autentiche”.
Uscirà il 4 luglio del 1955 in libertà vigilata, che avrà termine il 26 gennaio 1956.
 
Provato dalla carcerazione durissima, Guareschi diradò la sua collaborazione col Candido fino a dimettersi. Con grandi sacrifici aprì un ristorante per i figli e nel 1968, quando morì, volle nella bara una bandiera sabauda.
Il Re d'Italia Umberto II dall'esilio insignì Giovannino Guareschi dell'onorificenza di Grand'Ufficiale della Corona d'Italia.
 
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